La motivazione nel provvedimento disciplinare non riveste la centralità che a prima vista gli si dovrebbe riconoscere, quantunque ciò possa sembrare di non semplice giustificazione, alla luce dell’afflittività insita in tale categoria di atti; ciò tanto nel rapporto di lavoro alle dipendenze del privato, quanto nell’impiego pubblico contrattualizzato, aspetto su cui si tornerà più diffusamente in seguito.
Deve preliminarmente precisarsi che le due tipologie di rapporto di lavoro da ultimo citate sono invero, quantomeno nell’ultimo ventennio, accomunate in un percorso di progressivo avvicinamento, che ha condotto all’assimilazione del secondo al primo, quantomeno in via tendenziale.
Su tale linea evolutiva, si segnala per la sua centralità l’art. 5 comma 2 del d.lgs. n. 165/2001, che ha assimilato agli atti gestionali del privato datore di lavoro, tra gli altri provvedimenti assunti dalla pubblica amministrazione nella veste di datore di lavoro, anche quelli adottati nell’ambito del procedimento disciplinare.
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