di S. Simonetti (ilpersonale.go-vip.net 9/10/2015)
È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 216 del 17 settembre 2015 il DPCM 6 giugno 2015 concernente la “definizione delle tabelle di equiparazione fra i livelli di inquadramento previsti dai contratti collettivi relativi ai diversi comparti di contrattazione del personale non dirigenziale“. Il decreto in parola è un atto di normazione secondaria, di natura regolamentare, e costituisce l’adempimento previsto dall’art. 29-bis del d.lgs. n. 165/2001, introdotto dall’art. 48 del d.gs. n. 150/2009 (il cosiddetto Decreto Brunetta).
L’atto era atteso da più di cinque anni. Il motivo di tale ritardo risiede nel fatto che il citato art 29-bis prevede che l’atto è adottato “previo parere della Conferenza Unificata … , sentite le Organizzazioni sindacali”. Per lungo tempo nessuno si è curato della tabella e, forse, il duplice passaggio obbligatorio ha costituito un ostacolo difficilmente superabile. Dal punto di vista formale il percorso è stato cambiato dalla legge n. 114/2014 che ha stabilito che il decreto avrebbe dovuto essere adottato entro il 30 ottobre 2014 e che, decorso tale termine, sarebbe stato adottato prescindendo dal parere e dalla consultazione di cui sopra. Tale aggiunzione è contenuta nell’art. 4 della legge citata che rivede profondamente l’istituto della mobilità – sia volontaria che obbligatoria – sottraendola, ormai quasi completamente, alla fonte pattizia. Con tale precisazione si è evidentemente ritenuto di fornire un supporto alla realizzazione della mobilità volontaria e rendere maggiormente esigibile quella obbligatoria. Quindi, il decisionismo che caratterizza l’attuale Governo ha posto le condizioni per accelerare l’adozione del decreto. Senonché anche la data del 30 ottobre è passata invano e la determinazione del Governo ha mostrato una battuta di arresto.
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