Il principio di onnicomprensività delle retribuzioni e l’autoliquidazione degli incentivi

I giudici contabili affrontano due tematiche, sempre di attuale interesse delle amministrazioni pubbliche, una riguardante il principio di onnicomprensività delle retribuzioni dei dipendenti pubblici, l’altra sulla possibile legittimità da parte del responsabile del servizio di firmare atti che liquidano incentivi…

26 Settembre 2017
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I giudici contabili affrontano due tematiche, sempre di attuale interesse delle amministrazioni pubbliche, una riguardante il principio di onnicomprensività delle retribuzioni dei dipendenti pubblici, l’altra sulla possibile legittimità da parte del responsabile del servizio di firmare atti che liquidano incentivi anche per se stesso (autoliquidazione). L’oggetto del quesito posto all’attenzione dei giudici contabili concerne la liquidazione degli incentivi riferiti ad atti di pianificazione urbanistica distribuibili tra il responsabile del servizio, il Responsabile Unico del Procedimento e i collaboratori tecnici ed amministrativi.

Il principio dell’onnicomprensività

Prima di affrontare la problematica relativa alla legittimità nell’attribuzione degli incentivi inseriti in atti di pianificazione urbanistica, i giudici contabili precisano i limiti dell’attribuzione dei compensi ai dipendenti pubblici a fronte delle indicazioni dell’esclusività delle prestazioni sancite dall’art.98, comma 1, della Costituzione, in base al quale “i pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione”. In altri termini, il pubblico dipendente deve dedicarsi alla cura degli interessi istituzionali della collettività senza che la cura dell’interesse collettivo possa costituire lo strumento per perseguire un’utilità individuale ulteriore rispetto a quella costituita dalla legittima retribuzione.

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