Ieri in cinque si sono presentati negli uffici della Funzione pubblica per chiedere di andare in pensione anticipata grazie alla legge 104, che solo in Sicilia consente di lasciare l’amministrazione con appena 25 anni di contributi se uomini, e 20 se donne, per assistere un familiare infermo. Altro che Monti, che per gli statali ha abolito gli assegni di anzianità e alzato l’età pensionabile a 62 anni per le donne e 67 per gli uomini. Qui tra annunci di revisione della norma o di abolizione completa, la verità è solo che è in atto una corsa senza pari al privilegio, nel timore che la prossima settimana venga approvato dall’Ars l’esercizio provvisorio che contiene un articolo “blocca 104”.
Oggi la norma approda in commissione Bilancio, poi dovrebbe andare in aula. “Se nel resto dell’anno in media è andato in pensione un regionale al giorno grazie alla “104” – dice il presidente del Fondo pensioni, Ignazio Tozzo – da lunedì la media è aumentata, e di molto. Oggi (ieri, ndr) si sono presentati in cinque, lunedì scorso in sei”. Così negli ultimi venti giorni sono andati in quiescenza grazie a questa norma ben 40 regionali, che hanno fatto salire il numero dei baby pensionati in questo 2011 alla quota record di 275. Una cifra nemmeno comparabile con quella degli anni precedenti, visto che nel 2009 sono stati 118 e nel 2010 ci si è fermati a 189. Ma con la corsa in atto, il primato potrebbe essere ancora infranto: “Di questo passo supereremo il muro dei 300 entro la fine dell’anno, una cifra di non poco conto considerando che i pensionati complessivi nel 2011 si aggirano tra i 550 e i 600”, aggiunge Tozzo. Il che significa che la metà dei nuovi pensionati della Regione è “baby”, cioè con un’età media di 45 anni: roba da far impallidire la ministra Elsa Fornero.
Come detto, in barba a quanto avviene oltre lo Stretto, da gennaio a oggi hanno fatto richiesta di andare in pensione anticipata in 275. E tutti ci andranno, visto che gli uffici per dare l’ok definitivo e togliere questo personale dai propri ruoli impiegano non più di una settimana. Non a caso in questi giorni in tanti presentano ancora domanda, visto che tecnicamente possono ancora lasciare l’amministrazione pure se la prossima settimana l’Ars voterà la norma che elimina questo privilegio tutto siciliano. Privilegio che dall’estate scorsa il governo diceva di voler ridurre, prima, e adesso di eliminare del tutto: con l’unico risultato però di far decidere chi ancora era incerto sul da farsi. Inizialmente nella Finanziaria appena approdata all’Ars era stato inserito un articolo che equiparava la legge a quella degli statali, consentendo al massimo dei permessi ad hoc per assistere familiari infermi.
Poi la decisione dell’assessore all’Economia, Gaetano Armao, che ha inserito l’equiparazione della 104 agli statali nel ddl sull’esercizio provvisorio, che deve obbligatoriamente essere approvato entro il 31 dicembre pena il blocco degli stipendi dei regionali. Anche se, a dir la verità, la speranza di Armao era quella di bloccare le domande in corso, cosa che di fatto non avverrà visto che chi ha presentato la domanda, e lo farà almeno fino a venerdì, comunque avrà il via libera e befferà gli statali e tutti i lavoratori d’Italia.
D’altronde a usufruire della “104” alla siciliana sono stati nel recente passato non solo semplici funzionari ma anche politici e alti burocrati che hanno dato il buon esempio. Nomi che hanno fatto discutere, finendo agli onori della cronaca nazionale: a partire dal caso dell’assessore regionale Pier Carmelo Russo, andato in pensione a 48 anni ed entrato subito dopo nella giunta Lombardo. Per non parlare dell’assessore del Comune di Palermo Eugenio Randi, che nell’ottobre del 2009 è entrato nella giunta Cammarata ma pochi mesi prima aveva chiesto di andare in pensione con la “104”. Tra gli alti burocrati della Regione, ad usufruire del prepensionamento nel giugno scorso è stato Cosimo Aiello, ex capo di gabinetto della Chinnici, che ha lasciato l’amministrazione a 50 anni. Lo scorso luglio ha invece abbandonato l’incarico di direttore dell’Arpa, Sergio Marino, che a 58 anni è andato in pensione, sempre con la “104”. Tra le ultime dirigenti a chiedere di lasciare in anticipo l’amministrazione per assistere un parente c’è l’ex responsabile del cerimoniale di Palazzo d’Orleans, Maria Geraci.
Antonio Fraschilla
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento