L’Inpdap attraverso la nota operativa n. 27 diffusa venerdì scorso spiega le misure della manovra correttiva in materia di pensioni nel pubblico impiego. Subito il prelievo aggiuntivo sui maxi-assegni. E dal 2012 il freno alla rivalutazione automatica.
La stretta sugli assegni frutto della legge 111/2011 si svilupperà su due fronti: il primo di applicazione immediata, l’altro con attuazione progressiva nel tempo e comunque a partire dal 2012. In pratica, la trattenuta del 5%, con scadenza 31 dicembre 2014, scatterà già dal prossimo 1° agosto solo per la parte eccedente delle pensioni che superano i 90mila euro lordi annui, fino a 150mila euro, e del 10% per la parte che sfora i 150mila euro. La manovra introduce modifiche in materia previdenziale anche dal 2012: anche in questo caso sarà messo un freno alla rivalutazione automatica delle pensioni, fino a tutto il 2013, con importi superiori a cinque volte il trattamento minimo Inps, pari a 2.342 euro: L’adeguamento scatterà solo per l’importo inferiore a tre volte il predetto minimo Inps e comunque nella misura del 70%.
Nella circolare del l’Inpdap si riassumono anche le modifiche riguardanti i requisiti che i 3 milioni e mezzo di pubblici dipendenti dovranno avere a partire dal 1° gennaio 2013 per lasciare il servizio ed accedere alla pensione: per quella di vecchiaia sarà necessario compiere 65 anni e 3 mesi; per la pensione di anzianità serviranno 61 anni e 3 mesi di età anagrafica e avere accumulato almeno 36 anni di contributi. Potranno a ndare bene anche 62 anni e 3 mesi di età, più 35 anni di contribuzione: in ogni caso la quota da raggiungere per chi vorrà lasciare prima dei 65 anni dovrà essere sempre quella di 97 anni e 3 mesi complessivi.
(FONTE: ilpersonale.go-vip.net)
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