Sono attesi domani in Consiglio dei ministri gli ultimi quattro decreti attuativi del Jobs Act sulle politiche attive, gli ammortizzatori sociali, la semplificazione dei rapporti di lavoro e la creazione dell’Agenzia unica per le ispezioni. Il ministro Giuliano Poletti, intervistato a Sky Tg24 Economia, ha anticipato che è probabile «qualche ritocco» sui controlli a distanza (aspetto normato nel provvedimento sulla semplificazione). «Discuteremo insieme perché è una scelta collegiale», ha precisato il ministro dicendosi fiducioso: «Troveremo e siamo vicini a una soluzione finale» che garantirà un «equilibro» tra chiarezza della norma e rispetto della privacy.
«Nessun buco da decontribuzione»
Il ministro ha escluso invece l’esistenza di un buco da coprire quest’anno per l’ampio ricorso alla decontribuzione per le assunzioni a tempo indeterminato. «Certamente – ha aggiunto – è un provvedimento che funziona e questo elemento va considerato in termini assolutamente positivi».
Il Jobs Act anche nel pubblico? «Auspico impianto unico»
Sollecitato da una domanda sull’applicazione delle tutele crescenti anche alla Pa, Poletti ha auspicato un impianto regolatorio «unico» tra pubblico e privato. Sottolineando come il tema sia di competenza della ministra della Pa, Marianna Madia, e che sarà affrontato in fase di attuazione della delega approvata a luglio dal Parlamento.
Sacconi (Ncd): «Vincere le resistenze conservatrici»
Dal presidente della commissione Lavoro del Senato Maurizio Sacconi (Ncd) arriva intanto un monito: «Sarà importante, ai fini di un giudizio complessivo della riforma verificare se il governo riuscirà a sottomettere le moltissime Regioni inefficienti, ad avviare la riduzione dei contributi per ammortizzatori in relazione al loro impiego, a superare le sovrapposizioni ispettive, a vincere le resistenze conservatrici che a sinistra si oppongono alle semplificazioni». E aggiunge: «Nell’era della seconda rivoluzione delle macchine sarebbero ridicoli orpelli burocratici sulle tecnologie e divieti di lettura dei dati che rinvengono da quelle di proprietà aziendale, anche a fini di licenziamento. Così come la semplicità delle regole dovrà essere verificata per la complessa materia della salute e sicurezza nel lavoro. Vedremo».
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