di G. Crepaldi (ilpersonale.go-vip.net 29/7/2015)
Nell’ampia produzione giurisprudenziale del sistema di giustizia contabile si osservano pronunce che, più di altre, consentono di apprezzare le trasformazioni della Pubblica Amministrazione e il significato che deve essere attribuito ai principi costituzionali che la riguardano, soprattutto nell’uso delle risorse pubbliche.
In questo senso, merita attenzione la pronuncia della terza sezione giurisdizionale centrale d’Appello della Corte dei conti (20 maggio 2015, n. 301) che è venuta ad occuparsi del caso del dirigente che ha commesso irregolarità gestorie nella determinazione e applicazione del fondo per il trattamento accessorio previsto dall’art. 15 del C.C.N.L. del 1° aprile 1999 per il personale non dirigente degli enti locali.
A seguito di indagine dei Servizi Ispettivi di Finanza Pubblica (S.I.F.P.) del Ministero dell’Economia e delle Finanze si rilevava, infatti, che il dirigente aveva proceduto all’erogazione di somme per progetti senza rispettare le condizioni normativamente previste per il loro finanziamento, determinando così l’inutile dispendio dei predetti fondi attraverso la loro distribuzione «a pioggia».
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