Il lavoro agile e la riduzione delle presenze
La prima indicazione della citata Direttiva del Ministro per la PA è che, anche nella cd. “Fase 2” aperta dal D.P.C.M. 26 aprile 2020, si deve continuare ad intendere “il lavoro agile come modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nelle pubbliche amministrazioni fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da Coronavirus, ovvero fino ad una data antecedente stabilita con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione”: quindi per questi aspetti nulla è cambiato a partire dallo scorso 4 maggio nelle amministrazioni pubbliche.
Viene rilevato come un dato positivo la forte diffusione del ricorso al lavoro agile da parte delle PA; è necessario che gli enti assumano tutte le iniziative per il consolidamento ed il miglioramento di questa esperienza, anche in via ordinaria, con l’obiettivo di “rendere il lavoro agile lo strumento primario nell’ottica del potenziamento dell’efficacia e dell’efficienza dell’azione amministrativa”. Il che si può realizzare utilizzando le nuove opportunità previste dalla legge di conversione del d.l. n. 18/2020 per l’acquisto delle strumentazioni, nonché attraverso la dematerializzazione dei procedimenti ed il ricorso alla formazione del personale. Si ricorda che, in via ordinaria, il lavoro agile deve essere svolto con attrezzature e collegamenti che devono essere messi a disposizione da parte delle amministrazioni…
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