Un lieve ampliamento della possibilità di effettuare assunzioni a tempo indeterminato di personale viene offerto agli enti locali. E’ questo l’effetto determinato dalle disposizioni contenute nel decreto legge n. 113/2016 e, soprattutto, nella sua legge di conversione attualmente all’esame del Senato, dopo l’approvazione in prima lettura da parte della Camera, nonché dalle indicazioni del Dipartimento della Funzione Pubblica sul superamento dei vincoli all’assorbimento del personale in sovrannumero degli enti di area vasta in alcune regioni.
Siamo in presenza di un ampliamento, ma senza che si possa trarre la conclusione che queste disposizioni hanno un carattere stravolgente
IL DL 113 E LA LEGGE DI CONVERSIONE
Il D.L. n. 113/2016, nel testo modificato dalla legge di conversione, si caratterizza sul versante delle assunzioni per i seguenti aspetti:
a) superamento del vincolo al non aumento della incidenza della spesa del personale su quella corrente;
b) aumento delle capacità assunzionali per gli enti che erano soggetti al patto di stabilità, che hanno meno di 10.000 abitanti e che hanno un rapporto tra dipendenti e popolazione inferiore a quello previsto dal Ministero dell’Interno come soglia massima per i comuni dissestati;
c) possibilità di dare corso ad assunzioni in mobilità da parte degli enti che sono collocati in regioni in cui i dipendenti degli enti di area vasta sono stati assorbiti per almeno il 90%;
d) sottrazione delle assunzioni a tempo determinato ex articolo 110 TUEL dalla inclusione nel tetto di spesa per le assunzioni flessibili;
e) piano straordinario di assunzioni e stabilizzazioni degli educatori di asilo nido e scuola materna;
f) divieto di effettuare assunzioni di personale, fino alla approvazione, per gli enti che non rispettano i termini per l’adozione del bilancio e del conto consuntivo;
g) i comuni che hanno attestato il rispetto del patto del 2015 entro il 30 aprile possono effettuare assunzioni;
h) i comuni nati a seguito di fusioni possono effettuare assunzioni entro il tetto dei risparmi delle cessazioni anche se hanno un rapporto tra spesa del personale e spesa corrente superiore al 30%.
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