“Ma non rinunciamo all’abolizione Letta si è impegnato formalmente”

Delrio: decreto strumento improprio, interverremo in altro modo I presidenti esultano? Fanno male. Chi è responsabile e ha a cuore il paese, sa che una riforma è necessaria A luglio illustreremo la nuova proposta ai principali attori coinvolti, a metà agosto sarà in Parlamento

Marcello Serra 4 Luglio 2013
Modifica zoom
100%

«Noi siamo determinatissimi ad andare avanti, ne ho parlato anche con il presidente Letta: la riforma degli enti locali e la cancellazione delle province si farà comunque. I cittadini devo stare tranquilli».

Graziano Delrio, ministro per gli Affari regionali e le autonomie, in fondo questa sentenza della Corte costituzionale se l’aspettava. Uno che è stato amministratore per anni e presidente dell’Anci era consapevole che la pretesa del governo Monti di eliminare le province per decreto era al limite.

Ministro, di eliminare le province se ne parla da anni.

Sembrava finalmente fatta e ora si torna al punto di partenza. Com’è stato possibile? «Oggettivamente la critica era prevedibile, il decreto per riformare una materia costituzionale è uno strumento improprio. Noi faremo tesoro di questa sentenza, anche perché ci fornisce indicazioni precise su come lavorare alla riforma». Intanto i tempi si allungano e le province ritornano. Già i presidenti “cancellati” festeggiano… «Su questo voglio essere molto chiaro. La riforma deve andare avanti e andrà avanti. Il presidente del Consiglio ha preso un impegno solenne in Parlamento per eliminare le province. Ci vuole una legge costituzionale e ne parleremo subito con il ministro delle riforme Quagliariello, ma non ci vorrà molto: basta una riga per dire che gli articoli 114 e seguenti della Costituzione sono modificati. Ma non ci fermeremo qui».

In che senso? «In parallelo sta viaggiando il disegno di legge che riforma in maniera organica gli enti locali, i comuni, le città metropolitane e trasferisce le funzioni delle province. Il testo è pronto e darà efficienza a tutto il paese, che poi è quello che interessa ai cittadini».

Cosa fare nel frattempo con le province soppresse e “resuscitate” ora dalla Corte? «Il disegno di legge si occuperà anche di questa fase transitoria, di passaggio. Non possiamo tardare anche perché la legge ci impone di far partire il nuovo sistema dal primo gennaio 2014. Inoltre questa incertezza alimenta il disagio delle famiglie e delle imprese che non sanno più a quale ente rivolgersi». Dice che la sua riforma è pronta.

Quando verrà presentata? «A luglio la illustreremo ai principali attori coinvolti, entro la metà di agosto sarà in Parlamento. Ci sarà una semplificazione dei vari livelli di governo alla ricerca della rapidità delle decisioni e dell’efficienza della pubblica amministrazione». Per abolire le province quanto si dovrà aspettare invece? «I tempi necessari all’approvazione di una disegno di legge costituzionale. Diciamo un anno e mezzo». Nel frattempoi presidenti di provincia esultano…

«E fanno male. Chi ha a cuore il paese, e negli enti locali c’è tanta gente responsabile, sa che una riforma è necessaria.

Noi abbiamo dalla nostra parte tutti gli amministratori seri e non coloro che hanno interesse a mantenere un sistema immobile per il proprio rendiconto personale».

Alla luce della sentenza della Consulta, il decreto Monti fu un errore? «Non mi faccia parlare. Diciamo che non sono sorpreso di questa bocciatura. Le stesse critiche contenute nella sentenza della Corte costituzionale le feci anche io al decreto Monti, il cosiddetto Salva-Italia, quando ero presidente dell’Anci.

L’intenzione del governo era buona, il metodo meno».

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento