Nella Pa 7.800 «eccedenze»

Funzione pubblica.Definita l’entità del personale oltre il fabbisogno negli uffici centrali Si tratta di 7.416 i dipendenti, ma si stimano anche 400 dirigenti I PROSSIMI PASSI Da individuare entro marzo le persone da pensionare con le vecchie regole, poi tocca a mobilità, part time ed esodi biennali

Marcello Serra 26 Gennaio 2013
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Saranno circa 7.800, in linea con le ultime previsioni, le «eccedenze» negli uffici della Pubblica amministrazione centrale individuate con le procedure di snellimento scritte a luglio nel decreto sulla revisione di spesa.
La stragrande maggioranza, 7.416, si incontrano fra il personale non dirigente, dove l’Inps primeggia anche a causa della fusione con Inpdap ed Enpals raccogliendo 3.314 “esuberi”, 78 in più dei 3.236 raccolti dai ministeri.
Al conteggio andranno aggiunte le eccedenze negli uffici dirigenziali, che secondo le ultime stime dovrebbero essere circa 400.
A certificare i primi numeri definitivi è stata ieri la Funzione Pubblica, che ha diffuso le tabelle sulle nuove dotazioni organiche del personale non dirigente in cui si riassumono gli effetti di tre Dpcm varati nei giorni scorsi e relativi rispettivamente a un gruppone di 50 Pa centrali (ministeri in primis), a Inps ed Enac e a 24 enti parco.
Il via libera ai decreti, sottolinea il ministro della Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi, è un «intervento strutturale», perché con il ridisegno delle dotazioni organiche «si definisce il fabbisogno ottimale delle amministrazioni centrali, per cui con il progressivo sblocco del turn-over si potrà tornare a programmare le assunzioni».
Quelle prospettate dal ministro sono ovviamente le prospettive future, che porteranno al superamento del blocco di assunzioni e trattenimenti in servizio alzato nelle more della riorganizzazione.
Nell’immediato, invece, dopo aver ottenuto la registrazione dei provvedimenti alla Corte dei conti, per le amministrazioni sarà la volta di gestire le eccedenze.
Gli strumenti sono quelli individuati dalla stessa revisione di spesa disciplinata a luglio, che dispone una serie di passaggi progressivi per limitare al massimo le misure più “dure”.
In primo luogo va individuato il personale che può essere collocato a riposo perché raggiunge i requisiti previdenziali pre-riforma entro fine 2013 (con decorrenza dell’assegno entro fine 2014), poi vanno avviati entro marzo i processi di «mobilità guidata».
Entro maggio, in calendario c’è la definizione dei contratti di solidarietà a tempo parziale per i dipendenti che non sono stati interessati dai primi due passaggi.
Solo chi non può essere collocato a riposo e non sarà coinvolto da mobilità guidata e contratti di solidarietà rientrerà entro giugno tra gli «esuberi», per i quali scatterà la «mobilità collettiva» per due anni (elevabili a quattro) con l’80% del trattamento economico fondamentale, al netto quindi di tutte le voci accessorie.

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