Niente danno erariale per l’incarico dirigenziale remunerato al pensionato

La nomina del dirigente al vertice della struttura ad un pensionato con incarico triennale a titolo oneroso, pur illegittimo per violazione di legge, non comporta automaticamente il danno erariale in ragione della prestazione effettuata con merito. Le valutazioni della Corte dei conti (Sez. Basilicata)

12 Novembre 2020
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La nomina del dirigente al vertice della struttura ad un pensionato con incarico triennale a titolo oneroso, pur illegittimo per violazione di legge, non comporta automaticamente il danno erariale in ragione della prestazione effettuata con merito. La Corte dei conti della Basilicata (sentenza n. 36/2020) non ha condiviso le motivazioni della Procura su un asserito danno erariale ex se in quanto conferito in violazione di legge, rea per il Collegio contabile lucano, di non aver dimostrato la diminuzione patrimoniale subita dall’Ente.

La vicenda

Ad un dirigente posto in aspettativa senza retribuzione è stato conferito un incarico di direttore sanitario. Il direttore generale dell’azienda sanitaria ha proceduto al rinnovo dell’incarico di direttore sanitario per una durata triennale ferma restando la possibilità del rinnovo ma senza nulla disporre in ordine a eventuali proroghe. Il direttore sanitario procedeva, in ragione dell’incarico triennale ricevuto, a risolvere per dimissioni il rapporto di lavoro originario e, dopo un anno, raggiungeva il diritto a pensione con relativo pagamento a carico dell’ente previdenziale, oltre a continuare nel ricevere la retribuzione come direttore sanitario. Nonostante la scadenza dell’incarico triennale, in ragione della procedura di selezione del nuovo direttore generale e fino a conclusione della stessa, l’incarico del direttore sanitario veniva prorogato. A causa della mancata nomina del nuovo direttore sanitario, il direttore generale insediatosi stipulava con il direttore sanitario un contratto privatistico a titolo gratuito per un anno.

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