Passeranno in consiglio regionale le nomine per i futuri dirigenti delle aziende e degli enti del Servizio sanitario regionale. Tra le misure contenute nel cosiddetto «decretone» sanità atteso al Consiglio dei ministri di venerdì prossimo (si veda ItaliaOggi del 24 agosto) con il quale il titolare del dicastero Renato Balduzzi punta a razionalizzare l’attività sanitaria «in un progetto complessivo di sviluppo», c’è infatti anche una nuova modalità sui criteri di nomina dei dirigenti generali delle Asl secondo principi all’insegna della trasparenza e del merito.
Ma non solo, perché nel testo che si delinea sempre più come un provvedimento omnibus per la sanità, i capitoli affrontati sono molteplici: si parte da una revisione a 360 gradi dell’assistenza territoriale prevedendo l’apertura degli ambulatori dei medici di famiglia 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, alle nuove regole per la responsabilità civile dei camici bianchi, dalla riscrittura dell’attività intramoenia prevedendo per i medici che svolgono visite al di fuori dell’ospedale la tracciabilità di tutti i pagamenti, fino all’ipotesi (la norma è ancora in forse) di una tassa straordinaria per i produttori di bibite gassate con l’obiettivo di ridurne il consumo e di fare cassa grazie a un introito annunciato di 250 milioni l’anno. Norme di varia entità, dunque, contenute in un testo che solo nell’ultima settimana è lievitato di 7 articoli (da 20 a 27) dopo essere stato appena visionato dalle Regioni. Ecco le principali novità salvo cambiamenti dell’ultima ora.
Nomine. Cambiano quindi le regole per le nomine dei direttori generali delle aziende e degli enti del Servizio sanitario regionale. Secondo l’ultima bozza del testo saranno le regioni a prevedere le nomine «garantendo adeguate misure di pubblicità dei bandi, delle nomine e dei curricula, di trasparenza nella valutazione degli aspiranti». Aspiranti che non dovranno avere più di 65 anni, possedere una laurea quinquennale (o magistrale) e un’ adeguata esperienza dirigenziale, «almeno quinquennale nel campo delle strutture sanitarie e settennale negli altri settori, con autonomia gestionale e con diretta responsabilità delle risorse umane, tecniche o finanziarie».
Tassa sulle bevande gassate. Rispunta, poi, nel testo (la versione di una settimana fa non la prevedeva) la già annunciata norma che prevede l’introduzione di una tassa sulle bibite analcoliche e superalcolici con zuccheri aggiunti e con edulcoranti. Il passaggio, oggetto di forti polemiche, stabilisce «per tre anni un contributo straordinario a carico dei produttori di tali bevande. Il ricavato sarà destinato al finanziamento dell’adeguamento dei livelli essenziali di assistenza. Sempre per promuovere corretti stili di vita, poi, arrivano sanzioni per chi vende tabacco agli under 18: le multe potranno arrivare fino a mille euro, che diventano 2 mila in caso di recidiva. Inoltre in questo caso è prevista anche la sospensione, per tre mesi, della licenza all’esercizio dell’attività.
Ludopatie. Gli apparecchi idonei al gioco d’azzardo «non possono essere installati all’interno ovvero in un raggio di 500 metri da istituti scolastici di qualsiasi grado, centri giovanili o altri istituti frequentati principalmente da giovani, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio assistenziale, luoghi di culto». Secondo quanto si legge nell’ultima bozza del decreto, «ulteriori limitazioni possono essere stabilite con decreto del ministero dell’Interno, di concerto con il ministero dell’Economia e delle Finanze e conil ministero della Salute». Inoltre con un’apposita ordinanza motivata il sindaco «puo’ disporre, per una durata massima di 30 giorni, la chiusura ovvero la limitazione dell’orario di apertura e chiusura degli esercizi commerciali, dei locali o, comunque, dei punti offerta dei giorchi, nelle aree comunali interessate da rilevanti fenomeni di ludopatia». Il prefetto con ordinanza motivata «puo’ disporre l’impignorabilita’ dei beni del soggetto affetto da gioco d’azzardo patologico».
Libera professione intramuraria. I dipendenti ospedalieri dovranno esercitare attività intramuraria in studi facenti parte delle Asl. In mancanza di spazi ospedalieri l’Asl può decidere di prendere in affitto studi in altre strutture o in ambulatori esterni. Per i medici che svolgono visite al di fuori dell’ospedale, tutti i pagamenti devono essere rintracciabili e potranno ottenere l’autorizzazione annuale solo i medici che garantiranno un fatturato pari e non superiore a 12 mila euro. I direttori generali sono chiamati a regolarizzare la situazione attuale al più presto possibile e se entro il 2015 saranno stati inadempienti rispetto alle scadenze, potrebbero subire una riduzione dello stipendio del 20%.
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