P.a., annullabili d’ufficio anche i provvedimenti frutto di silenzio-assenso

Marcello Serra 16 Luglio 2015
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Annullabili d’ufficio anche i provvedimenti amministrativi frutto di silenzio-assenso dichiarati illegittimi da un’amministrazione pubblica: potranno, infatti, essere revocati «entro un tempo ragionevole» o, comunque, «non superiore a diciotto mesi» dal momento dell’adozione dei provvedimenti di autorizzazione o di attribuzione di «vantaggi economici». È una delle novità scaturite ieri dall’esame, nell’aula della camera, del disegno di legge del ministro Marianna Madia in materia di riorganizzazione della P.a. (3098).

Una regola, quella del silenzio-assenso, che aveva già sollevato una serie di polemiche quando, in una precedente seduta dell’assemblea di Montecitorio, era stato approvato un emendamento che fissa a 90 giorni il limite temporale massimo dopo cui si aziona il medesimo meccanismo tra amministrazioni coinvolte in questioni ambientali, o culturali; la critica più aspra è arrivata ieri dal sottosegretario ai beni culturali con delega al paesaggio, Ilaria Borletti Buitoni, che ha parlato di «uno strumento primitivo e assolutamente inefficace per governare la tutela del patrimonio culturale e ambientale, ambito complesso che necessita di un’attenzione e di risposte diverse da quelle previste» dal provvedimento su cui si stanno esprimendo i deputati. Ma per la titolare del dicastero della funzione pubblica «il silenzio-assenso per le amministrazioni non vuol dire cemento sulle coste, ma tempi certi per i sì, e per i no ai cittadini».

Rilevante, poi, il via libera al passaggio delle funzioni, dei mezzi e delle risorse contro gli incendi boschivi dal Corpo forestale dello stato (Cfs) ai Vigili del fuoco, grazie a un emendamento del relatore, Francesco Carbone (Pd); dopo le dure contestazioni in assemblea da parte delle opposizioni (soprattutto M5s e Sel), Madia ha respinto al mittente le «speculazioni», affermando che «il governo riconosce il valore dell’utilità e delle funzioni del Cfs», e che «l’intervento riformatore che ci accingiamo a varare vuole rafforzare quelle funzioni, rispettando le professionalità e valorizzando le specializzazioni in materia di tutela dell’ambiente. Ma qui il dato oggettivo è che avere meno catene di comando significa avere più risorse per fare i controlli», ha sottolineato il ministro.

Cura dimagrante per gli emolumenti dei membri delle Autorità, visto che una correzione del centrosinistra ha aperto la strada al livellamento degli stipendi dei dipendenti degli organismi e al loro stesso finanziamento; ma a essere messe a dieta sono pure le Authority, poiché un altro emendamento del relatore varato ha stabilito la possibilità di un’eventuale soppressione, se le loro funzioni si sovrapponessero a quelle degli uffici ministeriali. Affermando, infine, il principio della trasparenza nella p.a. s’è acceso il semaforo verde sul ritocco, secondo cui le amministrazioni dovranno pubblicare sui siti istituzionali non solo lo stato dei pagamenti di servizi e forniture prestati da aziende esterne, bensì pure quelli riferiti alle «prestazioni professionali». E ciò dovrà avvenire «periodicamente».

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