“Si tratta di circa 4.000 eccedenze nella pubblica amministrazione, non si tratta ancora di esuberi. Gli esuberi li verificheremo al termine del processo di mobilità”, ha precisato Patroni Griffi, lasciando la commissione Affari costituzionali del Senato, dove èstato incardinato il decreto sul riordino delle Provincie.
I sindacati del pubblico impiego, intanto hanno respinto al mittente qualsiasi ipotesi di licenziamento nel settore pubblico e chiedono al ministero di aprire al più presto un tavolo sul lavoro precario dato che a fine anno scadranno circa 200.000 contratti di lavoro a termine nella pubblica amministrazione.
“Sono dati non esagerati – afferma il segretario confederale della Cisl Gianni Baratta – ma abbiamo chiarito che non ci possono essere licenziamenti nella pubblica amministrazione. Abbiamo chiesto un tavolo sul lavoro precario. A fine anno scadranno 200.000 contratti a termine”. “Il piano esuberi non è ancora chiaro – dice Alberto Civita della Uil – mancano molti ministeri e non c’é un quadro sugli enti locali. Ci sono molti lati oscuri. La questione che ci preoccupa e’ quella dei precari. Si sta facendo drammatica. Entro dicembre scadono i contratti di 230 lavoratori che si occupano di raccogliere i dati sulla sismologia. Dato che devono obbligatoriamente smaltire le ferie finiranno di lavorare prima e noi rischiamo di non avere i dati’.
Intanto il ministro torna sul famigerato tweet mattutino: “Occorre verificare prima i pensionamenti ordinari e i prepensionamenti, poi gli strumenti di flessibilità. Infine, quando arriveremo alla fase della mobilità obbligatoria per due anni con la riduzione di stipendio, allora sapremo i numeri veri degli esuberi”. A chi insiste sul fatto che comunque di esuberi si comincia a parlare il ministro replica: “Peccato che non licenzio… Ora continueremo il confronto con i sindacati, siamo in una fase intermedia. Quel tweet è arrivato mentre avevo già dato un informativa sia ai sindacati che poi alla stampa”.
(FONTE: www.rassegna.it)
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