Pa, Madia avvia tavolo riduzione comparti: primo passo per sblocco contratti

Marcello Serra 1 Ottobre 2015
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Il Governo fa il primo passo per riaprire la trattativa sul pubblico impiego. Il ministro della Pa, Marianna Madia, ha dato infatti mandato all’Aran per arrivare a un accordo con i sindacati sulla riduzione dei comparti (non più di quattro), in attuazione della riforma Brunetta. Nodo da sciogliere prima di poter passare a parlare dello sblocco.

Al via operazione mobilità, prima tappa 10 ottobre
Intanto l’operazione mobilità, chiamata a gestire la rivoluzione Province, con una platea di poco meno di 20mila lavoratori interessati, ha un calendario preciso. È in Gazzetta Ufficiale, infatti, il decreto con criteri e tempi dei trasferimenti: la prima scadenza è il 10 ottobre (per chi è in comando o distacco) e per fine mese sono previsti gli elenchi degli esuberi.

La sentenza della Consulta
Lo scorso luglio la Consulta ha fatto saltare il blocco degli stipendi nella Pa. Secondo i giudici costituzionali, fermare la contrattazione collettiva nazionale di lavoro per molti anni comprime il principio della libertà sindacale. Limiti possono essere dettati dal contenimento della spesa pubblica, ma solo per un arco temporale limitato. La pronuncia determina le diverse conseguenze operative: non matura nessun diritto dei dipendenti pubblici a vedersi riconosciuti indennizzi per il mancato rinnovo per due trienni consecutivi dei contratti nazionali, ma la legge di stabilità del 2016 deve stanziare le risorse necessarie per dare corso al loro rinnovo o, meglio, all’avvio delle trattative.

Ultimo rinnovo nel 2009
L’ultimo rinnovo dei contratti pubblici risale al 2009, prima dell’intervento di blocco introdotto dal Governo Berlusconi e poi prorogato dagli esecutivi che si sono succeduti negli anni della lunga crisi prima finanziaria e poi economica. In questo periodo di sospensione – bollato come illegittimo dalla Corte costituzionale con la sentenza 178 pubblicata proprio ieri in Gazzetta – sono stati realizzati risparmi per 11 miliardi su una massa stipendiale di 163,8 miliardi a fine 2014. In questo contesto il blocco parziale del turn over ha anche determinato, dal 2008 a fine 2013, una riduzione di circa 200mila dipendenti (di cui 104mila a tempo determinato) che corrisponde a circa il 5.7% del totale. Un calo ulteriore dell’1,4% s’è poi determinato nel 2014, secondo le anticipazioni della Corte dei conti, in particolare nel comparto scuola, ma il dato definitivo non è stato ancora iscritto nel conto annuale della Ragioneria generale dello Stato.

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