Pasticcio sui tagli agli stipendi dei manager

Marcello Serra 6 Agosto 2013
Modifica zoom
100%
Prima la bocciatura e poi il recupero in extremis. L’emendamento del governo al decreto del Fare che prevede un’ulteriore taglio del 25% agli stipendi dei manager delle società pubbliche sembrava spacciato: la commissione del Senato, infatti, lo aveva respinto insieme a tutte le modifiche apportate alla Camera, ripristinando l’ori ginaria formulazione del decreto Salva-Italia (il compenso degli amministratori dotati di particolari cariche fissato dal cda delle società non quotate direttamente e indirettamente controllate dalle pubbliche amministrazioni non può essere superiore al trattamento economico del primo presidente della Corte di Cassazione). Una decisione che non era andata giù a Palazzo Chigi, che aveva fatto trapelare tutta la propria irritiazione mentre il sottosegretario all’Economia Paolo Baretta parlava dell’emen damento affossato come di un’«occasione persa». Così, quando l’eco della notizia aveva già iniziato a spargersi, governo e maggioranza hanno ritenuto di correre ai ripari. D’accordo con l’esecutivo, i relatori in commissione hanno approntato un nuovo emendamento contenente la misura precedentemente respinta e lo hanno ripresentato in serata, in tempo per l’approdo del provvedimento in Aula, previsto per questa mattina

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento