Una «mini moratoria» sui nuovi concorsi pubblici per poter assumere i vincitori delle precedenti selezioni, e anche gli idonei, in attesa di nuovi concorsi che però sarebbero diversi dai precedenti in quanto sarebbero indetti non dai singoli ministeri ma riguarderebbero piuttosto le diverse figure professionali. È questo il percorso che si va delineando in commissione Lavoro della Camera dopo l’intervento del ministro Filippo Patroni Griffi, che oggi avrà anche il primo incontro con i sindacati. Dallo scorso aprile la commissione Lavoro sta esaminando una proposta di legge dell’ex ministro Cesare Damiano (Pd) che vuole superare il blocco delle assunzioni, prevedendo che le pubbliche amministrazioni non tengano nuovi concorsi fino all’assorbimento dei vincitori delle selezioni precedenti ed anche degli idonei. Patroni Griffi ha detto di «comprendere la logica sottesa al provvedimento», però ha sottolineato che a fronte del diritto di chi ha vinto un concorso di poter essere assunto, c’è la «priorità» di «non impedire l’accesso delle generazioni più giovani alle amministrazioni pubbliche». Inoltre non si possono mettere gli idonei sullo stesso piano dei vincitori. Di qui la sua proposta di consentire forme di reclutamento «miste»: il 50% verrebbero assunti con nuovi concorsi e il restante «pescando» dalle graduatorie preesistenti. Damiano ha opposto un «no» fermissimo, avanzando una controproposta: «maratoria» di due anni di nuove selezioni. Patroni Griffi ha aperto alla mediazione.
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