Arrivano multe e controlli rigidi per politici e funzionari pubblici poco trasparenti su patrimoni personali e conflitti d’interesse lavorativi. In particolare, scatta una sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 10mila euro nei confronti di membri del Governo, parlamentari, assessori e consiglieri regionali e di tutti i titolari di incarichi e elettivi e di esercizio politico per la mancata, o non corretta, pubblicazione sui siti istituzionali della situazione patrimoniale complessiva «propria» e dei parenti entro il secondo grado. A introdurre il nuovo sistema sanzionatorio per i vari livelli di governo è il decreto legislativo varato ieri pomeriggio dal Consiglio dei ministri per dare attuazione alla legge anticorruzione nella Pa approvato lo scorso autunno e per rafforzare le misure già in vigore sulla trasparenza nella Pa. Anche i vari livelli dirigenziali della pubblica amministrazioni sono vincolati all’obbligo di rendere pubblici gli incarichi ricoperti e anche la situazione patrimoniale ma in questo caso con un meccanismo più elastico rispetto ai politici: in caso di violazione può scattare anche lo stop agli stipendi. L’obbligo di pubblicità riguarda anche i procedimenti di approvazione dei piani regolatori e delle varianti urbanistiche e, sul versante sanitario, i dati relativi alle nomine dei direttori generali e agli accreditamenti delle strutture cliniche. Non manca un capitolo dedicato ai costi della politica a livello locale dando. Regioni e province dovranno pubblicare i rendiconti dei gruppi consiliari regionali e provinciali e gli atti e le relazioni degli organi di controllo. In evidenza dovranno essere messe soprattutto le risorse trasferite a ciascun gruppo. Il provvedimento introduce anche il principio del diritto di accesso civico agli atti e ai dati della pubblica amministrazione rafforzando notevolmente, anche a fini anti-corruttivi, il dispositivo già previsto dalla legge 241/90 per garantire ai cittadini la possibilità di visionare documenti e pratiche degli uffici pubblici. Gli utenti della Pa potranno ora pretendere la pubblicazione di quelle informazioni che le strutture statali, pur essendo obbligate, non provvedono a divulgare sui propri siti istituzionali. In tutti i casi l’obbligo di pubblicazione avrà una durata quinquennale. Il Consiglio dei ministri ha varato anche un secondo decreto legislativo di attuazione della legge anti-corruzione che individua ulteriori incarichi, apicali e semi-apicali, presso istituzioni ed enti pubblici che comportano il collocamento fuori ruolo di magistrati e avvocati e procuratori dello Stato.
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