Precari: Inca Cgil, ecco il tutor per contributi scomparsi

1 Ottobre 2013
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Finalmente una schiarita sui contributi scomparsi dei precari. Lo annuncia l’Inca Cgil in una nota. “Dopo molte richieste e solleciti da parte di Cgil, Nidil, Inca, Flc e FP – si legge – l’Inps, con una recente circolare, ha annunciato una campagna di tutoraggio e di assistenza dei grandi committenti pubblici affinché correggano gli errori nei versamenti contributivi effettuati per i lavoratori e le lavoratrici atipici che collaborano, o hanno collaborato, con gli stessi enti. La vicenda, denunciata già da tempo dal sindacato di Corso d’Italia e dal suo patronato, era scaturita da alcune segnalazioni di ricercatori universitari che, verificando la propria posizione previdenziale, si sono accorti che mancavano i contributi di alcuni periodi di collaborazione effettuati”.

Ora “l’Istituto previdenziale pubblico – prosegue il patronato -, riconoscendo che il disservizio è dovuto all’imperizia delle Pubbliche Amministrazioni e ad un sistema telematico mal congegnato, non certo ad evasione dolosa, corre ai ripari mettendo a disposizione degli Enti interessati, funzionari di sedi territoriali Inps che favoriranno la correzione di errori commessi sia nel versare i contributi che nell’attribuirli correttamente al singolo lavoratore o lavoratrice interessati; si tratta, ad esempio, di collaboratori a progetto che hanno lavorato per le Università, i Comuni, gli Istituti di ricerca, i Ministeri, la Presidenza del Consiglio dei Ministri”.

“L’Inps precisa che interverrà su committenti che non hanno versato contribuzione per un valore superiore a 100 mila euro o che hanno provveduto a pagamenti solo parziali, registrando così un differenziale tra dovuto e versato superiore al 5 per cento degli importi. Per il futuro, assicura l’Inps, simili problemi non si ripresenteranno perché il sistema informatico di accreditamento è stato perfezionato”, precisa l’Inca aggiungendo che si tratta di “un primo risultato significativo, che consentirà ai lavoratori ed alle lavoratrici di avere quanto è dovuto loro. I versamenti contributivi corretti sono importanti non solo ai fini pensionistici, che sembrano lontani, ma perché aprono il diritto all’indennità di maternità, di malattia, all’una tantum. L’apprezzabile intervento dell’Inps, tuttavia, va considerato un primo passo poiché, gradualmente, occorrerà verificare l’operato di tutte le Pubbliche Amministrazioni e non solo quelle selezionate sulla base dei criteri richiamati. Chi, come il patronato, lavora sui diritti previdenziali sa quanto possa essere importante anche una sola settimana di contributi al fine di conseguire un diritto”.

Per questo, l’Inca rinnova l’invito a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici con contratti co.co.pro o di altro tipo che abbiano collaborato negli anni con le Pubbliche Amministrazioni a far controllare la propria posizione assicurativa e a verificare la correttezza dei versamenti accreditati, per evitare di incorrere nella prescrizione degli stessi. “E’ utile ricordare, infatti, che trascorsi cinque anni il lavoratore non può più reclamare il mancato versamento dei contributi”.

Nel caso specifico dei “contributi scomparsi” versati in modo incompleto o confuso da parte delle pubbliche amministrazioni, la Cgil, il patronato Inca, Nidil ed i sindacati interessati hanno chiesto che tale temporalità non venga fatta valere poiché non si è in presenza di un’evasione contributiva bensì di errori materiali nei versamenti.

Tanti i problemi aperti: c’è quello, ad esempio, delle lavoratrici madri alle quali, a causa degli errori della Pubblica Amministrazione, è stata negata l’indennità di maternità o dei lavoratori ai quali è stata negata l’una tantun.. L’Inps, secondo la Cgil e le sue organizzazioni, dovrebbe riesaminare d’ufficio le domande rigettate perché, con la regolarizzazione contributiva, le cose potrebbero essere cambiate.

L’Inca invita anche i collaboratori di aziende private a “far verificare quanti contributi sono registrati a loro favore nella Gestione separata: in questo caso il mancato versamento può configurarsi come vera e propria omissione contributiva, con la rigida applicazione della prescrizione nei cinque anni e l’appropriazione indebita, da parte dell’azienda, della trattenuta contributiva effettuata al collaboratore. Su tutta la partita dei contributi scomparsi l’Inca, insieme alle strutture di categoria sindacali e a Nidil, vigilerà affinché ogni errore venga definitivamente cancellato ed ogni omissione venga sanata nel modo dovuto”. 

(FONTE: www.rassegna.it)

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