I presidenti, decaduti dopo la circolare firmata dall’assessore agli Enti Locali Patrizia Valenti, hanno banchettato e svuotato i cassetti della spesa, il tutto mentre in diversi Consigli, da Catania a Caltanissetta, si annuncia la «disobbedienza civile» e le assemblee sono state convocate per la prossima settimana come se nulla fosse. «Difendiamo la democrazia, non esiste alcun decreto che prevede la nostra decadenza », dicono in coro i consiglieri provinciali di mezza Sicilia, protestando contro l’abolizione degli enti. I commissari comunque arriveranno e Crocetta ha annunciato che li nominerà domani.
Proprio in vista dell’arrivo dei commissari, nelle varie Province si sono tenute le ultime giunte e gli ultimi consigli. A Palermo Avanti si è dato un gran da fare. Lunedì scorso ha nominato il nuovo cda della Fondazione Sant’Elia che gestisce l’omonimo palazzo e il loggiato San Bartolomeo: indicati il professore Giuseppe Frisella, l’avvocato Massimo Riccobene e Francesco Musarra. Martedì scorso ha nominato il presidente della Consulta provinciale sulla sicurezza stradale: organismo, quest’ultimo, nuovo di zecca. Mercoledì ha invece nominato il commissario della Pro Loco di Camporeale e i componenti della commissione consultiva ambientale: «Si tratta d’incarichi a titolo gratuito e che in gran parte erano obbligati», dice Avanti.
Onerosi, però, sono i patrocini che ha concesso negli ultimi dieci giorni: come quello al concorso ippico del salto a ostacoli, per la presentazione del libro “Forme dell’uomo” il prossimo 26 settembre o per il convegno dell’associazione Scienze regionali il prossimo 2 settembre. Venerdì scorso ha tenuto giunta e affidato un immobile ad un’associazione musicale di Bagheria e un secondo al Comune di Gangi. «Avanti ha modificato anche lo statuto dell’Unione province prevedendo che l’attuale consiglio direttivo, che lui presiede, rimanga in sella con annessa sede in via Roma e rimborsi spese fino a dicembre », attacca il consigliere del Pd, Gaetano Lapunzina. «Dovevamo tenere in piedi l’Unione province per offrire il nostro contributo al dibattito sulla riforma e per far vivere l’unica controparte politica al governo regionale», ribatte Avanti.
A Messina il presidente Giovanni Ricevuto non è stato da meno: il 29 maggio ha firmato una determina presidenziale che istituisce tre uffici periferici della Provincia a Roccalumera, Cesarò e Santo Stefano di Camastra. «Nessuno parli di sprechi, utilizzeremo locali già nostri e consentiremo ai dipendenti che vivono in questi paesi di lavorare vicino a casa almeno due volte a settimana », dice Ricevuto, che aggiunge: «Se lo volete sapere, da un anno stiamo realizzando queste sedi periferiche». Nonostante la Provincia sia destinata a scomparire.
Ad Agrigento il presidente Eugenio D’Orsi, che fino allo scorso aprile nominava ancora nuovi assessori, ha varato due bandi per la progettazione del raddoppio della Palermo-Agrigento. A Siracusa l’opposizione annuncia battaglia contro il presidente Nicola Bono, che venerdì scorso ha tenuto l’ultima giunta: «Stanno tentando di varare provvedimenti che riguardano il personale, con promozioni e assegnazioni d’incarichi, in modo da blindare alcune scelte prima che arrivino i commissari, affidando tutto ad alcuni dirigenti che sono di fiducia del presidente», attacca Carmelo Spadaro, capogruppo del Pd in consiglio.
A Catania e Caltanissetta comunque i consiglieri provinciali non ne vogliono sapere di lasciare il loro incarico. «Non è arrivato alcun decreto di scioglimento e nemmeno di nomina dei commissari », dice il consigliere etneo Antonio Danubio. A Caltanissetta il consiglio provinciale ha deciso di proseguire le sue sedute e la prossima convocazione è fissata per mercoledì: «Il consiglio ha il dovere di rimanere operativo», dice il consigliere Mario Cusimano.
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