Province sul piede di guerra contro la mannaia del governo martedì dipendenti in piazza

Province sul piede di guerra contro la mannaia del governo martedì dipendenti in piazzaMa l’abolizione farà risparmiare fino a 2 miliardi

Marcello Serra 2 Novembre 2013
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Sono pronti a tutto, i presidenti delle 107 Province italiane. Anche a mettere a disposizione «uno o più pullman gratuitamente » per condurre una parte dei 56 mila dipendenti a Roma, martedì prossimo. Rispondendo così allinvito arrivato via lettera il 29 ottobre scorso da Antonio Saitta, presidente dellUpi, ad intervenire allAssemblea nazionale delle Province «per portare il proprio contributo diretto» e «manifestare a livello nazionale» le «forti preoccupazioni per il futuro lavorativo». Il tema è noto: il governo vuole abolire entro lanno le Province (il ministro Delrio lha detto chiaro e tondo), ma le Province resistono. E i loro presidenti chiamano a raccolta i dipendenti, per spazzare via «la tanta propaganda propinata».
Una mossa che però rischia leffetto boomerang. Giovedì scorso Cgil, Cisl e Uil hanno incontrato Delrio e ottenuto la costituzione di una cabina di regia che segua il processo di riordino previsto dal disegno di legge ora in Parlamento. Ma soprattutto hanno avuto lassicurazione che i “livelli occupazionali” non saranno toccati. Nessun licenziamento avverrà a causa della riforma, sembra aver garantito Delrio. A livello locale, il clima però è un altro. Il timore di perdere il posto, sacrosanto, diventa in queste ore una leva nelle mani della politica locale per farsi scudo dal prossimo taglio degli “apparati”. Questo almeno è quanto teme il governo, ma anche i sindacati. Spaventare i lavoratori, per difendere poltrone e prebende.
Il ddl di fatto non abolisce le Province. Per farlo occorre un provvedimento costituzionale. Ma le svuota di funzioni, destinate ad essere poi riassegnate a Comuni e Regioni. Così come il personale. Il presidente dellUpi sostiene che i risparmi dallabolizione sarebbe irrisori, un centinaio di milioni. Ovvero le uscite per giunte, consigli, indennità: il costo della politica. Ma sia lufficio studi della Uil che lIstituto Bruno Leoni stimano che si può arrivare più in alto: fino a 1,2 miliardi per la Uil, quasi a due miliardi per lIbl (1,9). E senza licenziamenti di massa. Nel primo caso (Uil) si tagliano parte delle spese per acquisti di beni e servizi e per gli affitti, salvando personale e investimenti. Nel secondo caso (Ibl), si punta sulle economie di scala per oltre un miliardo, ottenute con il trasferimento delle funzioni a Comuni e Regioni. Ma anche (per circa 700 milioni) sulla privatizzazione dei centri per limpiego e i servizi di viabilità.
La battaglia è aperta e curiosamente si gioca per lo più allinterno della sinistra. Saitta, presidente pd della provincia di Torino, definisce Delrio «prigioniero di un annuncio» e sarebbe disponibile a dimezzarle le Province, ma nulla di più. Delrio, ora ministro,
anche lui Pd, è stato sindaco e presidente Anci e vuole labolizione. Renzi, ex presidente della Provincia di Firenze, lo sostiene, ma viene bollato da Saitta come «sprezzante». La Cgil considera un “atto dovuto” labolizione, ma pretende garanzie per i dipendenti. E 38 presidenti di Provincia su 107, targati Pd, sono pronti anche ai pullman per fermare la mano del governo. Come Gerardo Mario Oliverio, presidente pd a Cosenza. Io pago i torpedoni, scrive. Ma «il giorno di assenza dal servizio sarà scomputato dalle ferie».

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