Pubblico: Fp e Cgil, oltre 300mila dipendenti in meno nel 2013

7 Ottobre 2011
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“Oltre trecentomila dipendenti in meno nel pubblico impiego tra il 2008 e il 2013: questo l’obiettivo annunciato dal Governo e dal Ministro della Funzione Pubblica”. E’ quanto denunciano la segretaria generale della Fp Cgil, Rossana Dettori, e il segretario confederale di corso d’Italia, Fulvio Fammoni, alla vigilia della manifestazione nazionale in programma domani a Roma ‘Pubblico è futuro’.

“Incuranti della crisi, dell’alta disoccupazione, delle ricadute sulle condizioni delle persone, del funzionamento della P.A., – rilevano Dettori e Fammoni – si procede in tutti i modi verso questo obiettivo. Gli strumenti preferiti sono l’uscita anticipata per pensionamento e l’accanimento verso i precari. Si decidono norme sbagliate e si programmano futuri interventi sulle pensioni per incentivare la fuoriuscita, un si salvi chi può che ha coinvolto anche chi potrebbe o vorrebbe restare.

Per i due dirigenti sindacali “naturalmente questo non porta beneficio alla spesa pubblica, ma serve a dire che è calata la spesa per il personale. Uscite indistinte che provocano ripercussioni gravi sui servizi: altro che riorganizzazione ed efficienza! Ma evidentemente è proprio quello che si vuole, in aggiunta ai tagli, come afferma il Ministro del Lavoro, per destrutturare tutto quello che è pubblico e che ha a che fare con funzioni pubbliche”.

Per i precari, sostengono, “si fanno scelte ancora più gravi: si decide per legge il licenziamento di queste persone (mentre aumentano invece le consulenze) senza dare alcuna tutela. Nella P.A. l’unico ammortizzatore è l’indennità di disoccupazione, in molti casi già esaurito. Per i contratti di collaborazione non c’è proprio niente. L’indennità istituita due anni fa per i collaboratori che perdono il lavoro esclude i pubblici dipendenti e nonostante il fondo abbia ancora più del 70% della capienza non si cambia, a costo zero, la norma”.

Ecco perché, concludono Dettori e Fammoni, “parlare di accanimento è giusto e motivato e perché le scelte del Governo sono sbagliate e vanno cambiate. Domani, la grande manifestazione nazionale dei lavoratori e delle lavoratrici dei settori pubblici avrà ancora una volta al centro il lavoro e i diritti delle persone”.

(FONTE: www.rassegna.it)

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