Pubblico impiego, arriva il ddl “Concretezza”: i tre pilastri della nuova riforma

Anticipo dello sblocco del turnover, cambiamenti sul modello di valutazione dei dirigenti pubblici ed introduzione di sistemi di autenticazione biometrica contro l’assenteismo dei dipendenti pubblici: tutte le novità per la PA

28 Agosto 2018
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Novità all’orizzonte per il pubblico impiego? Intervistata dai principali quotidiani nazionali il ministro della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno ha chiarito alcune cose, annunciando l’intenzione di anticipare al termine del prossimo anno il compimento del turnover originariamente previsto per il triennio 2019-2021, di dare una stretta al modello di valutazione dei dirigenti pubblici e di voler introdurre dei sistemi di autenticazione biometrica per contrastare l’assenteismo dei dipendenti pubblici.

Pubblico impiego: che cos’è il Ddl “Concretezza”

Sarebbe infatti previsto per il prossimo settembre il varo del primo disegno di legge promosso dal titolare del dicastero della Pubblica Amministrazione. Il provvedimento, che è stato simbolicamente battezzato dalla compagine governativa ddl “Concretezza”, punta, nelle intenzioni del ministro, a porre fine alla stagione delle “riforme fumose destinate a restare sulla carta” ponendosi l’obiettivo di riformare la Pubblica Amministrazione su un triplice piano: lo sblocco del turnover e l’assunzione di circa 450mila dipendenti pubblici entro la fine del 2019, la revisione del sistema di valutazione dei dirigenti pubblici e il contrasto al fenomeno dell’assenteismo.
L’annuncio dell’anticipazione del piano di assunzione del triennio 2019-2021 alla fine del prossimo anno ha subito suscitato le reazioni degli esperti e delle forze dell’opposizione. L’ex titolare della PA Renato Brunetta (Forza Italia) l’ha definita una “grande infornata” di dipendenti pubblici, una misura irrealizzabile per mancanza di risorse, ricordando che sotto il suo operato il numero dei dipendenti pubblici fu ridotto di circa mezzo milione di unità. Il ministro Bongiorno ha quindi replicato che l’assunzione di 450mila nuove risorse era già stato preventivato nel piano triennale 2019-2021 (che prevede anche l’esodo di 150mila dipendenti l’anno per tre anni) e che l’anticipazione del turnover genererà solo un “problema di cassa” al ministero dell’Economia. A quanti hanno invece obiettato che il grande piano di assunzione potrebbe essere interpretato come una misura propagandistica in vista delle elezioni europee del prossimo semestre, il ministro ha risposto che si tratta di una riforma cruciale per il funzionamento del paese, che le assunzioni verranno programmate al solo scopo di rendere più efficiente la Pubblica Amministrazione assecondando le esigenze di ciascun ministero (su cui grava il compito di inviare le opportune comunicazioni entro il 31 agosto), a partire da quello della Giustizia, e con l’obiettivo di favorire il necessario ricambio generazionale.
“Di spesa ne abbiamo, di inefficienza pure – si legge ad esempio sul quotidiano online Linkiesta -. Nessun cittadino sente il bisogno di veder aumentare il proprio debito pubblico pro-capite grazie alla trasformazione dello Stato Italiano in un grande ammortizzatore sociale, dispensatore di lavoro. Caro Ministro, capiamo che la democrazia abbia il costo del consenso, ma la prego, non lo faccia pagare alle nuove generazioni”.

Dirigenti pubblici e assenteismo dipendenti: gli altri pilastri della riforma Bongiorno del pubblico impiego

Il secondo pilastro della riforma riguarderà invece la revisione del sistema di valutazione dei dirigenti pubblici con lo scopo di favorire una gestione efficiente delle risorse e di intensificare il profilo di valutazione della colpa per omessa vigilanza del dirigente in caso di assenteismo cronico. I dirigenti pubblici dovranno quindi essere valutati da un organo terzo, che li accompagnerà nella selezione degli obiettivi di gestione e fornirà una valutazione imparziale della qualità del loro operato.
In ulteriore istanza e sintesi finale, il disegno di legge intende dare una stretta definitiva all’assenteismo dei dipendenti pubblici, fenomeno che, secondo il ministro, “configura al tempo stesso un reato e un tradimento nei confronti dei dipendenti diligenti” e che al giorno d’oggi è doveroso contrastare anche avvalendosi di sistemi di autenticazione biometrica del personale. Per questo motivo, nel testo verrà disciplinato l’uso delle rilevazioni biometriche a fronte delle dovute comunicazioni informative e nel pieno rispetto della privacy dei dipendenti che, in ogni caso, occorrerà considerare nel quadro di un bilanciamento con l’interesse pubblico generale all’efficienza della pubblica amministrazione.

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