Cgil e Uil confermano lo sciopero del pubblico impiego fissato per il 28 settembre prossimo al termine del tavolo con il ministro Filippo Patroni Griffi presso Palazzo Vidoni.
Manca la Cisl che ha scelto di non partecipare, poichè -spiega il segretario confederale del sindacato Gianni Baratta- “non siamo d’accordo sui riflessi sui lavoratori pubblici della spending review. Vogliamo affrontare col ministro tutti i temi dell’accordo del 3 maggio scorso. Chiederemo a settembre un tavolo negoziale col governo per gestire questa partita con i lavoratori”.
Baratta spiega infatti che ”riteniamo che finchè c’è la possibilità di trattare il sindacato deve trattare. Non ci hanno dato numeri certi. Il tavolo deve servire a gestire gli esuberi e noi siamo convinti che non ci saranno altri esuberi. Mettendo insieme le amministrazioni – aggiunge – siamo convinti che ci sono i margini di assorbimento”.
Per il segretario confederale Cgil, Nicolosi Nicolosi, gli accordi del 3 maggio “che non vengono rispettati, rasentano l’antisindacalità di questo governo”, mentre le cifre della spending review vengono confermate, e il segretario sottolinea che “il tema vero è che, se entro il 2015 la riduzione dei dipendenti pubblici andrà da 3 milioni e 300 mila a 3 milioni, siamo in presenza di riduzione dell’organico di 300 mila unita’”.
Il segretario confederale della Uil, Paolo Pirani, conferma la volontà di sciopero della propria associazione sindacale, evidenziando che “l’iniziativa di settembre parte dalla P.a. ma senza un cambio di passo e discontinuità occorrerà declinare l’azione del movimento sindacale, con una valutazione più generale sulle politiche del governo”.
Il segretario confederale Cisl, Gianni Baratta, sottolineando la richiesta del sindacato di un tavolo negoziale a settembre, chiarisce che “il tavolo deve servire a gestire gli esuberi: è necessaria una regia negoziale sia con il governo che con le Regioni, Province e Comuni, per ricomporre il confronto su dati certi”.
(FONTE: Adnkronos)
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