Il governo mette le mani avanti: tutte le anticipazioni sono infondate. Certo è che leggendo i contenuti della bozza del decreto legge sulla spending review diffusa dall’agenzia di stampa Agi, alcune delle misure allo studio del governo sono assai severe. Altre, invece, sembrano simili a quelle a suo tempo varate (per poi fare marcia indietro) da Giulio Tremonti, all’insegna dei «tagli lineari». Partiamo dal pubblico impiego. In tutte le amministrazioni pubbliche le piante organiche saranno tagliate del 10% per il personale e del 20% per i dirigenti, dopo una «mappatura» degli organici al cui termine si quantificheranno gli esuberi di personale. Gli «esuberi» finiranno in «mobilità obbligatoria» per due anni (cioè perderanno il posto) all’80% dello stipendio base, indennità accessorie escluse. Possibili deroghe alla riforma pensionistica per i dirigenti in esubero, che andranno in pensione con le vecchie regole se in regola con i requisiti previsti entro il 2013. Per due anni, dal 1 gennaio 2013 al 31 dicembre 2014, lo stipendio dei dipendenti delle società pubbliche non potrà superare quello del 2011. Sospesi i concorsi per l’accesso alla prima fascia dirigenziale, «non oltre il 31 dicembre 2015». Ridotte tutte le assunzioni: del 20% fino al 2014, del 50% nel 2015 e del 100% a decorrere dal 2016. Ridotti del 10% i permessi sindacali. Gli uffici pubblici resteranno chiusi nella settimana di Ferragosto e in quella tra Natale e Capodanno, e i dipendenti saranno messi in ferie. In generale, per i «pubblici» non sarà più possibile monetizzare ferie, riposi e permessi non goduti, anche al momento delle dimissioni. La violazione di queste disposizioni fa scattare automaticamente un’azione disciplinare ed amministrativa per il dirigente responsabile, oltre al recupero delle somme indebitamente erogate. I buoni pasto non potranno superare un valore di 7 euro. Luce verde alla riduzione delle province, con un decreto da emanare a cura del governo. Tagli ai finanziamenti per le Regioni: -700 milioni per il 2012 e -1 miliardo dal 2013. Lo Stato potrà usare gratuitamente i beni pubblici degli enti territoriali, e viceversa. Niente più adeguamenti Istat per gli affitti pagati dalle amministrazione pubbliche (il proprietario potrà recedere dal contratto, se preferisce). Nel 2013 la spesa per le auto blu non dovrà superare il 50% di quanto speso nel 2011. La presidenza del Consiglio avrà un taglio nelle spese di funzionamento di 15 milioni. Riorganizzati il Cnr, l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) e l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), mentre sono soppressi (oltre a una serie di centri di ricerca minori) anche l’Istituto nazionale di Astrofisica e l’Istituto di Oceanografia. Via libera al taglio del compenso ai Caaf per la compilazione delle dichiarazioni dei redditi, -10% nei trasferimenti per i patronati sindacali. Via 30 milioni nei contributi a favore di radio e tv locali ridotti di 30 milioni a decorrere dal 2013. I poliziotti con meno di 32 anni dovranno essere utilizzati nei servizi operativi, salvo casi eccezionali. Dal 2013 il fondo per il finanziamento ordinario delle università sarà ridotto di 200 milioni, ma allo stesso tempo arrivano 200 milioni in più per le scuole private. Il fondo per le missioni di pace è ridotto di 8,9 milioni già per quest’anno, ma resta molto consistente; quello per le vittime dell’uranio impoverito, invece, perde 10 milioni e dunque è dimezzato. I commissari liquidatori di enti pubblici potranno avere un incarico non superiore ai 3 anni, che potrà essere prorogato una sola volta per un periodo massimo di 2 anni, quindi per complessivi 5 anni. In cambio di tutto questo, l’aumento dell’Iva previsto per il 2012 viene sospeso, mentre sarà soltanto «ridotto» a partire dal 2013. E dopo i 65mila già «salvaguardati», saranno salvati altri 55.000 lavoratori «esodati».
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