PUBBLICHIAMO IL Comunicato Stampa 27 ottobre 2015 del Segretario Generale della UILPA, Nicola Turco.
“Dopo 2.125 giorni senza contratto, la farsa continua. Il Governo tenta di liquidare la sentenza della Corte Costituzionale con una ridicola manciata di spiccioli racimolati affondando le mani nei fondi destinati al salario accessorio dei lavoratori”. Lo afferma in una nota il Segretario Generale della UILPA, Nicola Turco, aggiungendo: “Si tratta di un atteggiamento vile ed inaccettabile, che si configura come un chiaro tentativo di elusione del verdetto della Consulta, offendendo la dignità e la professionalità dei dipendenti del pubblico impiego”.
Prosegue Turco: “Lo abbiamo già detto e lo ribadiamo: il costo dei rinnovi contrattuali nel pubblico impiego ammonta a 7 miliardi di euro, come a suo tempo quantificato dalla Ragioneria generale e dalla Avvocatura generale dello Stato a sostegno della irretroattività della sentenza della suprema Corte. E riteniamo quantomeno grottesco che qualcuno ironizzi pubblicamente sulla cifra di 7 miliardi, che lo stesso Segretario Generale della UIL Carmelo Barbagallo ha posto come condizione essenziale per il rinnovo dei contratti pubblici. Ci verrebbe da sorridere se non fosse per il fatto che certe affermazioni provengono da chi, sia nella veste di giornalista economico sia nella veste di politico, non ha mancato mai di manifestare alcuna sensibilità e, soprattutto, alcun rispetto nei confronti del servizio pubblico e di chi è preposto alla sua erogazione”.
“Noi non veniamo da Marte, noi viviamo ed operiamo all’interno della Pubblica Amministrazione e siamo fermamente convinti che investire risorse per il funzionamento delle macchina pubblica costituisca uno dei pochi interventi in grado di produrre un risultato positivo per i conti pubblici e per il rilancio dei consumi e dell’economia”. Incalza Turco: “Nel sistema Paese noi siamo un valore aggiunto, non un peso! E lo diciamo a dispetto delle insane strumentalizzazioni offerte in pasto all’opinione pubblico per gettare discredito sul nostro operato e per giustificare la volontà di non riconoscere a 3 milioni di lavoratori il giusto compenso per le proprie prestazioni”.
Continua il Segretario Generale della Uilpa: “E’ del tutto evidente che episodi come quello di Sanremo vengono utilizzati artatamente per colpire un’intera popolazione lavorativa. Ebbene, è appena il caso di ricordare che il Sindacato non c’entra nulla con tali vicende e che esso è il primo soggetto a prendere le distanze da fatti così gravi ed incresciosi. Le pecore nere vanno individuate e punite, unitamente alle responsabilità dirigenziali che hanno consentito il l’incancrenirsi di situazioni perseguibili anche penalmente”.
“Noi non offriamo tutela e difesa rispetto a certe situazioni, ma nel contempo vorremmo ricordare che i dipendenti che per vari motivi sono sotto accusa in tutta la Pubblica Amministrazione costituiscono circa lo 0,2% dell’intera platea dei lavoratori e dai cui comportamenti prendiamo le distanze. Dunque – chiosa Turco – poiché non è logico mettere in risalto i comportamenti di una minuscola parte del segmento pubblico offuscando il lavoro svolto quotidianamente dal rimanente 99,8%, dobbiamo pensare che molto dell’inchiostro utilizzato dalla carta stampata e dello spazio dedicato nei salotti televisivi per dare risalto a certe situazioni paradossali facciano parte di un gioco sottile, sotteso ad avallare le scelte filo-governative per motivi che sicuramente rispondono a delle logiche con cui non abbiamo confidenza”.
“Quello che in questi giorni sta accadendo al Ministero dell’Economia e delle Finanze, in cui vibra la protesta dei lavoratori rispetto ai taglieggiamenti di questo Governo, è destinato ad estendersi in tutti gli altri Dicasteri. Ed avvisiamo i Ministri che, se non saranno in grado di difendere le risorse loro destinate dal saccheggio politico, noi irromperemo in tutte le sedi per far valere i diritti dei lavoratori”. Aggiunge il Segretario Generale della UILPA: “I titolari dei Dicasteri mostrino coraggio nell’assumere le difese dei lavoratori e seguano l’esempio del Direttore dell’Agenzia dell’Entrate!”.
“Infine – conclude Turco – un messaggio al Ministro Madia: le idee, i propositi, i programmi cui si intende dare attuazione non dovrebbero costituire materiale da diffondere sui media ma da riservare al terreno di confronto con le rappresentanze dei lavoratori. Non è detto che su alcuni temi non si possa trovare un accordo ma è necessario avviare nelle sedi opportune il confronto e la discussione”.
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