Quagliarello: il governo riuscirà ad abolirle

Marcello Serra 2 Luglio 2013
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Il governo Letta ce la farà a mettere mano alla razionalizzazione delle province. Parola del ministro per le riforme Gaetano Quagliarello che ha indirettamente risposto alle sollecitazioni dell’ex premier Mario Monti sulla necessità di imprimere una maggiore spinta riformatrice all’azione del governo. A cominciare proprio dall’abolizione delle province lasciata incompiuta dall’esecutivo tecnico. La richiesta di non interrompere il cammino avviato nella scorsa legislatura è stata rilanciata anche dalla vicepresidente del senato Linda Lanzillotta secondo cui l’invito di Monti al governo era «un invito a non galleggiare» visto che «fino ad oggi il governo ha utilizzato la tecnica del rinvio (Iva, Imu, F35) e non ha neppure accennato a inserire in agenda le riforme strutturali», Conversando con i giornalisti al termine di una riunione sul Titolo V della Costituzione, Quagliariello ha spiegato che nella maggioranza «c’è una generale disponibilità a considerare i cinque livelli attuali di amministrazione della cosa pubblica cioè stato, regioni, province, città metropolitane e comuni assolutamente eccessivi. È necessario semplificare». Intanto l’Upi ha sollecitato il governo a impugnare la legge con cui la settimana scorsa il consiglio regionale della Sardegna ha deciso di commissariare le quattro province più recenti (Gallura, Medio Campidano, Ogliastra e Sulcis-Iglesiente), oltre a Cagliari. «Siamo indignati», protesta il presidente Antonio Saitta. «Il presidente Ugo Cappellacci, con la legge approvata venerdì scorso, si permette di cancellare organismi democratici eletti dal popolo. È un segnale inquietante, di arroganza e strapotere, contro cui chiediamo al governo di agire subito».

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