Massima
È legittimo il licenziamento per giusta causa del sindacalista che fa un “attacco gratuito ai vertici aziendali” attribuendo falsamente l’esercizio di pressioni per indurlo a prendere posizione a favore dell’azienda in un contenzioso contro un altro dipendente e a lasciare il suo ruolo di RLS. Una simile condotta lede irrimediabilmente il vincolo fiduciario e nuoce all’immagine aziendale essendosi manifestata alla presenza di persone estranee.
Fatto
La Corte d’appello di Torino rigettato le domande di un dipendente inquadrato al V livello contrattuale rappresentante sindacale, quale RSU-RSL, dalla tornata elettorale dell’anno 2013 e da sempre componente del direttivo FIOM della Valle d’Aosta) di accertamento di illegittimità del licenziamento intimatogli per giusta causa dalla datrice Cogne Acciai Speciali s.p.a., per la sua natura ritorsiva, antidiscriminatoria e antisindacale, nonché di tutela reintegratoria e risarcitoria, ai sensi dell’art. 18, commi 1 e 3, della legge 20 maggio 1970, n. 300 e, in subordine, di tutela prevista dall’art. 18, commi 4 e 5…
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento