Nel 2010 gli ispettori di Palazzo Vidoni hanno recuperato, in collaborazione con la Guardia di Finanza, oltre 8 milioni di euro per lavoro svolto da pubblici dipendenti senza autorizzazione o addirittura in nero. Il dato è contenuto nella Relazione sullo stato della PA 2010-2011 che il ministro Renato Brunetta ha recentemente presentata al Parlamento.
Dalle indagini svolte dal Reparto Tutela Pubblica Amministrazione della Guardia di Finanza, di recente potenziato proprio su richiesta dello stesso ministro Brunetta, sono stati scoperti infatti circa 500 dipendenti pubblici in posizione irregolare e sono state erogate multe per quasi 24 milioni di euro (che dovranno essere versate all’Agenzia delle Entrate ) alle società e agli enti che hanno conferito tali incarichi. Gli 8 milioni di euro illegittimamente percepiti come compenso dai dipendenti dovranno invece essere restituiti dagli stessi alle amministrazioni di appartenenza, che li inseriranno nel fondo di produttività o comunque nei fondi di spesa destinati al personale. Sono in tutto 13 i dirigenti e funzionari (tra cui un ingegnere, un avvocato, un architetto con funzioni di responsabilità nella rispettiva amministrazione, un medico e diversi infermieri) che hanno indebitamente percepito somme per oltre centomila euro.
Già all’inizio della legislatura, il rapporto di collaborazione dell’Ispettorato della Funzione pubblica con la Guardia di Finanza aveva consentito accertamenti su un numero doppio di dipendenti rispetto all’anno precedente, il recupero di quasi 9 milioni di euro (rispetto al milione e mezzo del 2007) e la verbalizzazione in favore dell’Agenzia delle Entrate di un importo di oltre 23 milioni di euro, dieci volte superiore rispetto a quello pregresso.
In ottemperanza alle norme sulla trasparenza introdotte dal ministro Brunetta, la Guardia di Finanza ha anche effettuato sopralluoghi ispettivi presso Comuni e Aziende sanitarie e ospedaliere, al fine di esaminare la documentazione relativa a incarichi e consulenze. Sono state riscontrate diverse inadempienze agli obblighi di pubblicazione di tali dati sul sito web dell’amministrazione o di comunicazione alla banca dati del Dipartimento della Funzione pubblica. Le relazioni con l’individuazione dei dirigenti responsabili di tali inosservanze sono state trasmesse alle Procure della Corte dei Conti.
La Relazione al Parlamento presentata dal ministro Brunetta evidenzia anche l’attività svolta dall’Ispettorato della Funzione pubblica sotto il profilo disciplinare dei dipendenti pubblici. Sono stati monitorati a campione oltre 2.000 procedimenti disciplinari che, con tempi medi di istruttoria peraltro ridotti rispetto all’anno precedente, hanno comportato la sospensione dal servizio di 544 dipendenti (53% dei casi per negligenza o inosservanza delle disposizioni di servizio, 30% per assenze, 11% per reati commessi, 5% per doppio lavoro e 1% per irreperibilità alla visita fiscale) e il licenziamento di altri 105 (36% dei casi per reati commessi, 33% per assenze, 29% per negligenza o inosservanza delle disposizioni di servizio e 2% per doppio lavoro).
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