La correlazione tra la riduzione stabile dei posti dirigenziali e la riduzione disposta dal legislatore (art.9, camma 2-bis, D.L.78/2010 e art.1 comma 236 della Legge 28/12/2015 n. 208) è stata affrontata dai giudici contabili a seguito di esplicita richiesta da parte di un comune, il quale poneva il quesito riguardante la possibilità di ridurre il numero dei dirigenti dell’ente (da 5 a 4) e di aumentare l’indennità di posizione degli altri, con la parte del fondo relativa al posto soppresso, ad invarianza dei servizi di competenza del posto dirigenziale appena eliminato. Prima di esaminare la risposta della magistratura contabile, appare opportuno ripercorrere i vari pareri emanati dall’ARAN, in ambito contrattuale, e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
La posizione dell’ARAN
Con proprio parere 05/09/2012 i tecnici dell’ARAN affrontavano la seguente domanda posta da un comune “In caso di soppressione di posti di qualifica dirigenziale previsti in dotazione organica, è possibile procedere ad una corrispondente riduzione delle le risorse destinate al finanziamento della retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti?”
Evidenzia, in via preliminare, l’Agenzia come non esiste alcuna regola contrattuale che, per il caso di riduzione o soppressione di funzioni e posti di qualifica dirigenziale, consente di derogare al principio della irriducibilità delle risorse destinate al finanziamento della retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti, riconducibile alle particolari motivazioni ivi indicate.
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