Riflessi organizzativi del Decreto Madia nell’istituzione dell’Ufficio Procedimenti Disciplinari

L’esame delle novità introdotte nel vigente sistema disciplinare dal d.lgs. n. 75/2017 (c.d. “Decreto Madia”), non può non tener conto della sua rilevante incidenza sul profilo organizzativo della pubblica amministrazione.

26 Ottobre 2017
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L’esame delle novità introdotte nel vigente sistema disciplinare dal d.lgs. n. 75/2017 (c.d. “Decreto Madia”), non può non tener conto della sua rilevante incidenza sul profilo organizzativo della pubblica amministrazione.
L’intervento del legislatore delegato ha prepotentemente riportato l’Ufficio Procedimenti Disciplinari nel cuore della gestione della leva disciplinare, riaffidandogli non solo la gestione di tutti i procedimenti disciplinari che il d.lgs. n. 150/2009 aveva riservato alla competenza dirigenziale, ma finanche di quelli culminanti nel rimprovero scritto. In riferimento a tale ultima fattispecie sanzionatoria, va sottolineato che non solo la riforma del 2009 ma anche il previgente sistema introdotto dal d.lgs. n. 29/1993, integrato dalla fonte negoziale collettiva, l’avevano storicamente affidata al responsabile della struttura ove il dipendente incolpato opera, quantomeno dal 1995.
Una breve notazione va svolta a margine di siffatta – per certi versi drastica – opzione del legislatore: non può escludersi che si sia inteso sostanzialmente azzerare l’esperienza della gestione della leva disciplinare affidata ai responsabili dei singoli servizi (rectius al personale avente qualifica dirigenziale, atteso che la precedente stesura aveva riservato espressamente ai soli dirigenti tale attività).
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