Arrivano i ‘distretti’ per i servizi pubblici locali. È quanto prevede in materia la bozza di uno dei decreti attuativi della riforma della Pa, targata Marianna Madia. L’obiettivo è fare ordine, attraverso la definizione di «ambiti o bacini territoriali ottimali», per organizzare lo svolgimento di servizi a rete, così da consentire «economie di scala» e «massimizzare l’efficienza». Il decreto di 32 articoli, che attua la riforma della Pubblica Amministrazione, dovrebbe arrivare insieme a un pacchetto di una decina di decreti nel Consiglio dei ministri del 15 gennaio.
Si va dalla stretta sulle società partecipate pubbliche (l’obiettivo ultimo è passare da 8 mila a mille), alla tagliola sugli stipendi dei manager pubblici, al trasferimento di 7.000 forestali all’Arma dei carabinieri, alle misure sblocca-burocrazia per snellire la conferenza dei servizi, al domicilio digitale per i cittadini.
Bozza decreto servizi locali, c’è consultazione pubblica
In tema di servizi pubblici locali l’Italia, oltre alla novità dei distretti, dovrebbe aprire le porte anche al ‘debat public’, di derivazione francese. La bozza del Testo unico in materia, che attua la riforma Madia, prevede infatti anche il ricorso alla consultazione pubblica, laddove occorra verificare l’idoneità o meno del mercato a soddisfare le esigenze di interesse pubblico.
Spuntano Osservatorioe stretta sugli incarichi
Nella bozza del Testo Unico è previsto inoltre un osservatorio: una lente per fare luce sulla complessa rete dei servizi pubblici locali di interesse generale. Inoltre si specifica che «le funzioni di regolazione, di indirizzo e di controllo e quelle di gestione dei servizi pubblici di interesse economico generale sono distinte e si esercitano separatamente». Dietro al principio c’è la stretta sugli incarichi. Ecco che, ad esempio, ai componenti di organismi di indirizzo politico o di enti che abbiano funzioni di stazione appaltante o di controllo del servizio non possono essere conferiti incarichi di amministrazione o gestione. Divieto che si estenderebbe anche a coniugi e parenti.
Giro vite su “esclusive”
Giro di vite anche sui diritti di esclusiva per la gestione dei servizi pubblici locali, per cui l’attività è affidata ad un solo operatore. «I diritti speciali o di esclusiva – si legge nella bozza – sono rilasciati per una durata limitata e non possono essere rinnovati automaticamente». Non solo: «entro sei mesi dall’entrata in vigore del decreto deve essere fatta una loro ricognizione», a cui, a seconda dei casi, seguirà la revoca, la conferma o la modifica in base a tutte le regole messe nero su bianco dal nuovo provvedimento.
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