Quanto è costato il “viaggio di Stato” di un ministro o la presentazione in pompa magna di un provvedimento, oppure i criteri seguiti per l’assegnazione di un appalto o i tempi previsti per portare a termine un’opera pubblica. Sono alcuni esempi delle domande che troveranno risposta con il Freedom information act (Foia), il decreto previsto dalla Riforma Madia sulla Pa per liberalizzare l’accesso agli atti della Pubblica amministrazione da parte dei cittadini. Il coordinamento formale del testo è stato affidato al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti. «Il primo decreto ha finito il suo percorso. Foia è legge», scrive su Twitter il sottosegretario alla Pa Angelo Rughetti.
In porto il primo Dlgs attuativo della riforma Madia
Il Dlgs in materia di revisione e semplificazione delle norme su lotta alla corruzione, pubblicità e trasparenza è importante per molte ragioni. Innanzitutto, è il primo degli undici decreti attuativi della riforma della Pa (legge su semplificazione e Pa n. 124/2015) ad essere approvato. In secondo luogo, allinea l’Italia ai circa 100 paesi nel mondo (occidentali ma non solo) sul fronte della trasparenza della Pa. Il Foia dovrebbe consentire infatti un accesso semplificato ai dati delle pubbliche amministrazioni da parte dei cittadini, superando molti aspetti critici emersi negli ultimi mesi e messi in evidenza dal Consiglio di Stato ma anche da parlamentari di tutti gli schieramenti, esperti, giuristi, associazioni di innovatori e società civile.
Recepiti i rilievi delle commissioni parlamentari
Il provvedimento deliberato in prima lettura dal governo il 20 gennaio scorso evarato definitivamente dal Cdm di questo pomeriggio recepisce gran parte elle correzioni al testo sollecitate delle commissioni di Camera e Senato, in particolare sul silenzio diniego e sull’assenza dei costi a carico dei cittadini per l’invio in forma digitale dei documenti. Dovrebbero anche essere state chiarite le eccezioni sollevate dal Garante della privacy sul possibile contrasto con il nuovo Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali.
Stop al diniego senza motivazione
In estrema sintesi il decreto Foia prevede che ogni cittadino possa accedere senza alcuna motivazione ai dati in possesso della Pubblica amministrazione. Nessuna richiesta di informazioni del cittadino potrà essere respinta da un ufficio pubblico senza una adeguata motivazione. In caso di un rifiuto il cittadino potrà comunque fare ricorso. La libertà di accesso riguarderà tutte le informazioni comprese quelle che riguardano l’affidamento di gare ed appalti. L’invio di documenti in via digitale dovrà essere gratuito. Un nodo riguarda quello delle limitazioni ai dati accessibili e cioè il confine tra trasparenza e privacy. Con il passaggio alle Commissioni di Camera e Senato è stata avanzata la richiesta di affidare all’Autorità anticorruzione la stesura delle linee guida per circoscrivere le eccezioni per l’accesso alle informazioni.
Ministra Madia soddisfatta
Il Freedom information act è uno dei cavalli di battaglia del ministro Madia che anche nei giorni scorsi ha ribadito l’importanza del provvedimento sulla trasparenza ricordando come ci «porterà a livelli di paesi più avanti di noi» e del quale è tornato a sottolineare l’importanza anche il commissario Anticorruzione, Raffaele Canton.
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