Riforma Pa, sì al licenziamento lampo dei «fannulloni» e taglio partecipate

Marcello Serra 20 Gennaio 2016
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La riforma della Pubblica Amministrazione entra nel vivo dell’attuazione, con 11 decreti attuativi che vanno dai licenziamenti lampo al taglio delle partecipate. Le misure sono state approvate dal Consiglio dei ministri convocato stasera alle ore 21, cominciato con quasi un’ora di ritardo e concluso a mezzanotte. Non solo. Sono state approvate in Cdm le nuovi classi di concorso nella scuola. Ed è stata formalizzata anche la nomina dell’attuale viceministro allo Sviluppo Carlo Calenda come nuovo rappresentante dell’Italia a Bruxelles al posto dell’ambasciatore Stefano Sannino. Le misure sulla Pa sono solo, per quanto copiosa, una prima tranche: seguirà un pacchetto Madia bis (dai poteri del premier all’ufficio unico su territorio) nei prossimi mesi. Il cerchio si chiuderà in estate con il testo unico sul pubblico impiego. Ecco allora le principali novità

«Furbetti del cartellino» sospesi entro 48 ore
Il dipendente pubblico che viene colto in flagranza a falsificare la sua presenza in servizio, come chi striscia il badge e poi esce, verrà punito entro 48 ore con la sospensione dall’incarico e dalla retribuzione. Se l’illecito non verrà denunciato il dirigente rischia pesanti sanzioni, fino al licenziamento (oggi al massimo c’è la sospensione). Per i “furbetti del cartellino” il decreto prevede un’iter accelerato per il licenziamento: entro un mese il procedimento per il licenziamento dovrà chiudersi (ora può durare anche 120 giorni).

Scure su partecipate, nuovo organismo vigilerà su tagli
Le amministrazioni pubbliche dovranno fare una ricognizione delle partecipate e, passato un anno, dovranno eliminare quelle non strettamente necessarie o con più amministratori che dipendenti. Dovrebbe essere un decreto a stabilire se la guida spetterà a un amministratore unico o a un Cda ( di massimo 5 membri), in modo da sottrarre la scelta alla società stessa. E ancora, si dovrà fare piazza pulita delle imprese con fatturato sotto il milione. La prima tornata di tagli dovrebbe portare alla chiusura di 2-3mila partecipate, le “scatole vuote”. L’obiettivo finale del governo è passare da 8mila a mille società pubbliche. A vigilare sui tagli sarà posto un organismo ad hoc presso il ministero dell’Economia. In rampa di lancio anche la riforma delle camere di commercio, che vengono ridotte a 60 dalle attuali 105.

Stretta su manager, mobilità dipendenti
Il testo unico sulle partecipate rinvia a un decreto ministeriale per fissare i nuovi massimi nelle retribuzioni dei dirigenti, escludendo comunque, a priori, buone uscite e premi in presenza di risultati economici negativi. Nelle società partecipate da enti locali potrebbe addirittura essere possibile la revoca. In arrivo regole più rigide anche per le nomine dei dirigenti delle Asl, con una riduzione del potere delle Regioni. Quanto ai dipendenti delle partecipate, se la scure dovesse comportare esuberi è prevista la stampella della mobilità da una amministrazione all’altra.

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