Rinnovo contratti pubblico impiego: tante difficoltà, pochi fondi

I sindacati a muso duro: “Senza una previsione lineare delle risorse non c’è margine per negoziare”

13 Febbraio 2020
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Nella giornata di ieri Serena Sorrentino, Maurizio Petriccioli, Michelangelo Librandi e Nicola Turco, rispettivamente segretari generali di FP CGIL, CISL FP, UIL FPL E UIL PA, hanno diramato una nota di commento alle dichiarazioni rilasciate dal ministro della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone nel corso della trasmissione “Zapping” su Rai Radio 1. In assenza di un nuovo investimento di 1,5 miliardi, secondo quanto detto dai rappresentanti delle maggiori sigle sindacali, non ci sarà spazio per accordi di nessun genere.

Blocco delle trattative in assenza di chiarezza

Condividiamo con il ministro l’urgenza di avviare le trattative per il rinnovo dei CCNL dei comparti pubblici, ma non siamo disponibili a sederci al tavolo per trattare senza che vi sia una previsione chiara delle risorse che permettano di sottoscrivere un rinnovo contrattuale in linea con le esigenze di valorizzazione delle lavoratrici, dei lavoratori e dei professionisti della PA”. I segretari generali mettono così le mani avanti, proseguendo poi con un ulteriore affondo circa l’ammontare delle risorse disponibili, che sarebbe comprensivo: “Delle quote destinate al riordino delle carriere della polizia e dei vigili del fuoco e delle risorse che stabilizzano l’elemento perequativo a tutela delle fasce di reddito più basse. Mancano all’appello non meno di 1,5 miliardi e per avviare le trattative sarebbe opportuno che il ministro Dadone, prima di qualsiasi annuncio, si confrontasse con il Mef”.

I sindacati chiedono maggiore collaborazione

In previsione dell’incontro del 19 febbraio sulla previdenza complementare, pare esserci grande chiarezza sui temi da affrontare: “Non ci sfugge che il prossimo 19 febbraio possa essere un momento di riflessione in più sulle priorità da mettere in campo, già nelle prossime settimane, in merito al superamento del precariato nella PA, vista anche la procedura d’infrazione da parte della Commissione Europea; al problema degli idonei che permangono in un limbo, nonostante possano rispondere fin da ora alle gravissime carenze di organico in molti enti pubblici; alle interpretazioni unilaterali da parte degli Enti; infine, al superamento di tutte quelle odiose disparità che permangono tra lavoro privato e pubblico, in materia di tempi di erogazione del TFS/TFR, di malattia e fasce di reperibilità, di agevolazioni fiscali sui premi di produttività e dei benefici per l’utilizzo e lo sviluppo del welfare contrattuale”.
“Siamo pronti a fare la nostra parte – concludono i rappresentanti delle sigle sindacali – ma non tratteremo senza risorse. Pretendiamo chiarezza e concretezza da parte del Governo”.

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