“Il dibattito sul riordino delle Province parla di un’Italia campanilista e priva di coesione, ma dimentica di occuparsi delle funzioni di quegli enti e di che fine faranno, dei servizi che offrono e di come e se saremo ancora in grado di garantirli. Totalmente assente, anche nelle dichiarazioni del ministro Patroni Griffi, è poi il futuro dei 60mila lavoratori delle Province. Sono dei fantasmi”. A dirlo è Federico Bozzanca, segretario nazionale della Fp Cgil, lanciando l’allarme sul riordino delle Province che, a detta del sindacato dei lavoratori dei servizi di pubblica utilità, aprirebbe un percorso di mobilità e potenziali esuberi che il Governo Monti starebbe volontariamente sottacendo.
Aggiunge Bozzanca: “L’esecutivo sembra voler sfruttare l’indignazione per assestare un colpo mortale ai servizi locali, per ridurre lo spazio e l’intervento pubblico. Conferma l’impostazione radicale del decreto ‘salva Italia’, più sfumata nella spending review, secondo cui le Regioni dovranno sottrarre alle Province le funzioni diverse da quelle fondamentali per assegnarle ai Comuni o gestirle direttamente. È buio totale sotto ogni aspetto, soprattutto su politiche attive del lavoro e formazione professionale. Paradossalmente, e lo diciamo con tutto il rispetto per livornesi e fiorentini, avellinesi e beneventani, sembra che il dibattito, forse abilmente orientato da scelte mediatiche, si concentri sul folklore e sulla narrazione di un’Italia dei campanili senza occuparsi della qualità della spesa pubblica, dell’organizzazione dei servizi ai cittadini e della tenuta occupazionale dei settori pubblici”.
(FONTE: www.rassegna.it)
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