Il disegno di legge svuota province non mette a rischio i posti di lavoro dei dipendenti. Lo ha assicurato Graziano Delrio, ministro per gli affari regionali e le autonomie in audizione davanti alla commissione affari costituzionali della camera che sta esaminando il ddl che trasforma le province in enti di secondo livello e, dopo anni di attesa, fa partire le città metropolitane dal 1° gennaio 2014. Delrio ha rassicurato che non ci sarà nessun licenziamento per effetto della progressiva perdita di funzioni a cui le province andranno incontro. Anzi, ha detto, arriveranno risparmi per oltre 2 miliardi e mezzo di euro l’anno. Secondo il ministro, solo con l’eliminazione degli organi di rappresentanza politica delle province (consigli e giunte) si arriverebbe a risparmiare 110 milioni di euro l’anno. Soldi grazie a cui si potrebbero garantire «11 mila posti in più negli asili nido». Il ministro ha così smentito i dati dell’Upi, secondo cui il ddl svuota province avrebbe prodotto costi aggiuntivi per 2 miliardi invece che risparmi. «Sono simulazioni assolutamente inattendibili», perché «diversi studi dimostrano che ci possono essere notevoli risparmi e non aggravi di costi dalla riforma». «Il ddl», ha spiegato il ministro, «mira a ripensare l’area vasta che, se governata da aggregazioni di comuni, può portare a una riaggregazione di diverse funzioni, come gli Ato». A favore dell’eliminazione delle province è arrivata anche la presa di posizione del ministro dell’economia, Fabrizio Saccomanni. In audizione sulla legge di stabilità davanti alle commissioni bilancio di camera e senato (si veda altro articolo a pag. 28) il numero uno di via XX Settembre si è detto «favorevole» all’abolizione degli enti di secondo livello, condividendo la decisione del ministro Delrio di chiedere la procedura d’urgenza per l’esame del disegno di legge.
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