L’ultima novità inserita dal Senato e accompagnata da forti polemiche riguarda la prescrizione dei farmaci. Nella versione finale inserita dal Governo nel maxiemendamento e frutto della mediazione del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, si dà formalmente facoltà al medico di indicare nella ricetta il nome del principio attivo e non del farmaco di marca. La prescrizione diventa vincolante se questa è motivata dal medico. Tra le altre novità inserite in Commissione vanno invece segnalati i tagli ai posti letto su cui si lasciano maggiori spazi di manovra alle Regioni. Come detto, poi, le otto regioni in disavanzo (Piemonte, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia , Calabria, Sicilia) potranno anticipare già dal 2013 la maggiorazione dell’addizionale regionale all’Irpef dallo 0,5 all’1,1 per cento.
Doppia novità in arrivo per gli studenti universitari. Per quelli fuori corso il Governo conferma l’aumento progressivo delle tasse universitarie in base all’indicatore Isee: 25% per un Isee superiore ai 90mila euro, del 50% fino a 150mila euro. Oltre questa soglia le tasse raddoppiano. Per i meno abbienti (Isee fino a 40mila euro) e in regola con il programma di studio, invece, gli aumenti per un triennio non potranno essere superiori all’inflazione.
Altri, ultimissimi, ritocchi sono arrivati nel “pacchetto pubblico impiego” con lo slittamento dei tempi per la riduzione degli organici all’Interno, la Farnesina e la Difesa, mentre sulla gestione degli esuberi è stato aggiornato il quadro regolatorio delle relazioni sindacali, prevedendo l’esame congiunto sulle scelte dei singoli contratti (ma non sulla riorganizzazione degli uffici).
Ritorna anche la premialità, con nuovi obblighi di valutazione delle performance di dirigenti e dipendenti sulla base delle quali verranno assegnati i trattamenti accessori. Se ci saranno le risorse prima del rinnovo dei contratti (2015), non meno del 10% del personale di ogni amministrazione potrà ricevere un trattamento aggiuntivo superiore a quello di tutti gli altri del 10-30 per cento. E ancora, stipendi non oltre i 300mila euro per i manager e i dipendenti di aziende partecipate dallo Stato non quotate. Non sfugge all’applicazione del limite la Rai, anche se la stretta non sarà operativa per l’attuale Cda.
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