Diventerà operativa tra 14 giorni la stretta sulle auto blu di Regioni, enti locali e organi costituzionali quale effetto della pubblicazione avvenuta ieri in Gazzetta ufficiale del relativo Dpcm. Il provvedimento, che risale al 12 gennaio scorso, si era reso necessario a seguito di un’ordinanza del Tar del Lazio che, accogliendo un ricorso di alcune associazioni di consumatori, aveva ordinato di estendere a Regioni, enti locali e organi costituzionali le nuove regole sul l’utilizzo delle auto di servizio introdotte dal Dpcm del 3 agosto 2011 per le sole pubbliche amministrazioni inserite nel conto economico consolidato della Pubblica amministrazione. Durante la scorsa estate il Governo aveva imposto un regime più stringente alle auto di servizio al fine di ridurne numero e costi. La stretta riguarda la limitazione delle persone che possono avere a disposizione le auto a uso esclusivo e una riduzione del 50% per quelle a uso non esclusivo, nonché nuove modalità di utilizzo di quelle senza autista (le cosiddette auto grigie). Inoltre il decreto correttivo stabilisce che l’utilizzo delle auto con autista in uso non esclusivo è consentito per i casi di effettiva necessità legata ad inderogabili ragioni di servizio ma, se risultano più convenienti, si deve ricorrere ai mezzi di trasporto pubblico, anche se non sono ugualmente efficaci alle auto di servizio. La novità rispetto al primo decreto è proprio nella sottolineatura della convenienza a prescindere dal l’efficacia dei mezzi publici, come a dire che la necessità di risparmiare prevale sulla comodità e rapidità. Secondo il censimento concluso lo scorso febbraio, le auto di servizio in Italia sono oltre 64mila, a cui corrispondono circa 25- 30mila addetti il cui costo medio è di 40mila euro all’anno. Un “esercito” che, a fronte del processo di razionalizzazione in atto, dovrebbe ridursi di 8-9mila unità che saranno riconvertite ad altre funzioni. In base al piano di efficientamento, entro il 2013 si dovrebbe ridurre di circa 300 milioni di euro la spesa complessiva per le auto, passando da 1,7 a 1,4 miliardi all’anno. Un obiettivo che sarà raggiunto anche limitando la cilindrata dei nuovi acquisti a 1.600 centimetri cubi e preferendo la formula del noleggio, ritenuta più economica rispetto al l’acquisto.
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