“Dovranno trascorrere ancora due settimane prima di capire se veramente il groviglio Cipe- Regione che si consuma sulla pelle dei 24 mila forestali siciliani e del territorio boschivo si scioglierà davvero. Gli 87 milioni di euro destinati alle foreste dell’Isola restano bloccati, e con essi anche le garanzie lavorative per 3800 forestali catanesi”. Lo segnalano la Flai Cgil e la Cgil di Catania che in una nota raccontano come in queste queste ore si siano susseguiti i confronti con i funzionari regionali che hanno portato a soluzioni parziali e temporanee.”
“Gli addetti alla manutenzione proseguiranno a lavorare fino a venerdì prossimo – continuano i sindacati –; nel frattempo la giunta reperirà le somme necessarie per garantire la continuità fino ad agganciare i fondi Fsc che arriveranno con la delibera del Cipe nei primi di novembre. Per quanto riguarda l’antincendio, i sindacati hanno riscontrato più di una difficoltà poiché non era presente il dirigente generale del Territorio, Gullo. A seguito di confronti telefonici è però emerso che i lavoratori antincendio riprenderanno a lavorare lunedì, ma per pochi giorni, per poi transitare alle dipendenze dell’azienda Foreste e completare le giornate previste per legge”.
Per il segretario generale della Cgil di Catania, Giacomo Rota e il segretario generale Flai, Alfio Mannino: “Oramai è del tutto evidente che la Sicilia sia prigioniera e vittima di un scontro di potere tra diversi attori della politica siciliana lungo l’asse Roma Palermo, e in tal senso le vicende dei forestali sono emblematiche. In questo scontro gli interessi dei lavoratori e il bene della Sicilia, vengono piegati agli interessi di chi vuole ad ogni costo affermare la propria egemonia politica e perché no, ipotecare i prossimi assetti di governo regionale. E quindi poco importa se ciò accade anche a costo di lasciare a casa 24 mila lavoratori forestali o se avviene anche nel momento in cui ad ogni pioggia tutti i comuni siciliani sono allagati”.
“La vicenda della delibera del Cipe – continuano i sindacalisti – che assegna alla Sicilia 87 milioni di euro per interventi a tutela del patrimonio boschivo per poi arrivare all’esito ancora incerto di questi giorni, da un lato ci restituisce il senso della inadeguatezza del nostro apparato burocratico, che da luglio ha impiegato 3 mesi per definire iter amministrativo, ma dall’altro rivela un’altra amara realtà: il Cipe non definisce la delibera nonostante – grazie alla pressione di alcuni deputati ( Albanella, Ribaudo, Zappulla) – già la settimana scorsa il pre Cipe abbia definito l’ iter. Giunti a questo punto la politica siciliana deve assumersi responsabilità e trovare la soluzione a questo pasticcio burocratico politico ed amministrativo. In caso contrario, il fallimento non si può ascrivere solo al governo ma ad una intera classe politica. Per questa ragione il sindacato ha cercato fino ad oggi di supportare iniziative volte a superare le varie difficoltà e di non fare scivolare la vertenza in disordine pubblico. Ma il senso di responsabilità non può essere letto come atto di corresponsabilità di una classe dirigente inetta. terremo d’occhio ciò che avverrà nei prossimi giorni e ci comporteremo di conseguenza”.
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