“Altro che circolo virtuoso del ricollocamento”, spiegano le federazioni di categoria, “Il dm non è altro che il coronamento di un percorso sbagliato in cui ad ogni passaggio il caos non fa che aumentare: dopo l’invenzione di un portale per l’incontro di domanda e offerta pensato per non funzionare, ora si mettono addirittura a rischio i livelli salariali e professionali dei lavoratori”.
“E’ l’ennesima dimostrazione dell’incapacità del Governo”, affondano i sindacati. “Da mesi chiediamo di governare il riordino attraverso la riorganizzazione delle funzioni e la mappatura delle competenze. E il governo cosa fa? Mette sul tavolo una normativa farraginosa e inutilmente complicata, i cui i dipendenti delle province invece di essere coinvolti per essere reimpiegati nei servizi che servono ai cittadini, vengono abbandonati ad un destino di mobilità selvaggia lasciata alla selezione progressiva per “scrematura”. Una procedura da burocrazia ottocentesca, che denuncia solo approssimazione e sciatteria”.
Per Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Fpl, la bozza di decreto contraddice la stessa legge Delrio e gli accordi integrativi che avevano garantito, per i lavoratori in soprannumero, il salario accessorio in godimento: “Il DM riduce le garanzie ad una sola parte della retribuzione, ignorando che, fatte salve le progressioni economiche orizzontali, ogni indennità di salario accessorio è fortemente connessa alle competenze e alle responsabilità maturate”.
“Norme distanti dalla realtà e dalle singole esigenze territoriali”, proseguono i sindacati, “Distanza che trova il proprio culmine nel trattamento riservato alla polizia provinciale: ci chiediamo in particolare cosa possa mai significare l’opzione, riservata agli agenti, relativa al mantenimento di un profilo che l’attuale Decreto 78/2015 ha smantellato. Mantenimento in quale sede e in quale veste?”.
“Ci opporremo a questo decreto in tutte le sedi e con tutti gli strumenti: non permetteremo che si faccia carta straccia della dignità e del patrimonio professionale dei lavoratori. E lo faremo a partire dalla conversione in legge del decreto enti locali. Su questo chiediamo infatti al Parlamento di intervenire per sanare i diversi problemi emersi e offrire prime soluzioni positive”, concludono.
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