Spending review anche per gli statali: organici tagliati del 5%

Allo studio anche il prepensionamento di parte dei dirigenti e la chiusura di sedi

Marcello Serra 17 Giugno 2012
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Sacrifici in cambio di efficienza.
Il governo guarda ai tagli nella pubblica amministrazione.
E Filippo Patroni Griffi punta a responsabilizzare l’esercito degli statali chiedendo loro di essere «i protagonisti della rinascita del Paese».
Il prezzo da pagare è quello di un ridimensionamento e un riordino del settore eliminando quei punti deboli messi a nudo dalla «spending review», per «ottenere economie ma anche efficienza».
Alla Funzione pubblica, infatti, si sta lavorando a un pacchetto di interventi a tutto campo: dall’alto al basso, dal centro alle periferie.
Si parte dai grandi numeri con un taglio del 5% degli organici rispetto al tetto massimo di personale, si prosegue con una riduzione delle retribuzioni, si introduce una sorta di prepensionamento per i dirigenti e si procede a una sfoltita dei buoni pasto.
Queste le principali direttive che tuttavia saranno applicate con le dovute distinzioni.
Il taglio delle piante organiche non toccherà con molta probabilità tutte le amministrazioni e la percentuale del 5% è quindi un’indicazione di media.
Per i dirigenti l’esonero dal servizio riguarderebbe coloro che hanno 40 anni di contributi e che quindi potranno mantenere l’80% dello stipendio, ma non del trattamento economico complessivo, fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione.
Si starebbe anche ragionando sulla possibilità di rivedere il rapporto tra dirigenti e funzionari (stabilendo la proporzione di 1 a 40 ad esempio) così come quella di rivedere il rapporto tra dipendenti e metri quadrati, in modo da avere un uso razionale degli spazi.
Questo però implicherà con grande probabilità la chiusura di alcune sedi.
Dal punto di vista delle strutture, invece, «dobbiamo lavorare alla semplificazione dei livelli di governo per evitare duplicazioni e perché il cittadino sappia a chi deve rivolgersi per ottenere un determinato provvedimento», avverte Patroni Griffi.
Ecco allora che di 107 amministrazioni sulle quali si può intervenire, al netto delle tre a statuto speciale, si punta a tagliarne il 20%, vale a dire quelle sotto i 300 mila abitanti.
Una riduzione che secondo quanto trapela – coinvolgerebbe automaticamente anche le prefetture, gli istituti scolastici, e forse anche le questure.
Si valuta anche la creazione di nuovi consorzi di comuni e l’accorpamento di numerosi enti.
Una manovra a tenaglia quella di Patroni Griffi, che secondo l’Unione delle province italiane, potrebbe far risparmiare circa 3 miliardi di euro.
Il varo è previsto per la fine di giugno nonostante l’opposizione della Cgil il cui leader, Susanna Camusso, avverte: «Tagliare le retribuzioni Saranno rivisti i rapporti fra responsabili degli uffici e funzionari e fra spazi e dipendenti pubbliche non è fare spending review».
Il tecno-governo prosegue così la sua marcia per la rinascita del Paese, dopo aver incassato il via libera del «decreto sviluppo» dal quale cerca la spinta per far ripartire la locomotiva economica.
Entro il 28 giugno, inoltre, potrebbe sciogliersi il nodo della riforma del lavoro: «Devo arrivare al Consiglio europeo con la legge sul mercato del lavoro altrimenti l’Italia perde punti», avverte Mario Monti da Bologna.

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