In caso di licenziamento disciplinare illegittimo nella p.a. la regola generale sarà sempre il reintegro nel posto di lavoro. Il pubblico impiego continuerà dunque ad avere uno status privilegiato rispetto al lavoro privato per cui il dlgs attuativo del Jobs act (legge delega n.183/2014) prevede di norma il solo indennizzo economico con l’unica eccezione dell’ipotesi in cui il lavoratore riesca a dimostrare in giudizio «l’insussistenza del fatto contestato». Solo in questo caso nel privato si avrà ancora diritto al reintegro. Il chiarimento è arrivato ieri direttamente dal ministro della funzione pubblica, Marianna Madia che ha parlato in commissione affari costituzionali del senato dove è in corso l’esame della delega sulla riforma della p.a. I dipendenti pubblici potranno quindi continuare a beneficiare della cosiddetta «tutela reale» (il reintegro sul posto di lavoro). Anche perché, ha spiegato il ministro, «tra lavoro pubblico e privato ci sono delle differenze oggettive» e gli indennizzi verrebbero pagati «con i soldi di tutti», mentre nel privato i costi sono a carico degli imprenditori. Il ministro ha quindi confermato la volontà del governo di non introdurre nessuna norma restrittiva in materia di licenziamenti nella legge delega che ha ripreso l’iter in commissione dopo lo stop reso necessario per velocizzare i lavori sulla riforma della legge elettorale. Oggi scade il termine per depositare gli emendamenti che il relatore Giorgio Pagliari (Pd) concorderà col governo. Ma, come annunciato, non ci saranno novità sui licenziamenti. Le norme, infatti, secondo l’esecutivo ci sono già. Basta solo applicarle. E la via da seguire è come sempre la semplificazione.
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