le norme dalle quali e’ discesa la proroga del blocco per gli anni 2013-2014 e per il 2015. “Il blocco negoziale – osserva la Corte Costituzionale – e’ cosi’ prolungato nel tempo da rendere evidente la violazione della liberta’ sindacale” e il “reiterato protrarsi della sospensione delle procedure di contrattazione economica altera la dinamica negoziale in un settore che al contratto collettivo assegna un ruolo centrale”.
Inoltre, “se i periodi di sospensione delle procedure ‘negoziali e contrattuali’ non possono essere ancorati al rigido termine di un anno – ricorda la Consulta – individuato dalla giurisprudenza di questa Corte in relazione a misure diverse e a un diverso contesto di emergenza, e’ parimenti innegabile che tali periodi debbano essere comunque definiti e non possono essere protratti ‘ad libitum’”.
Dunque, “il carattere ormai sistematico di tale sospensione sconfina in un bilanciamento irragionevole tra liberta’ sindacale, indissolubilmente connessa con altri valori di rilievo costituzionale e gia’ vincolata da limiti normativi e da controlli contabili penetranti – si legge ancora nella sentenza – ed esigenze di razionale distribuzione delle risorse e controllo della spesa, all’interno di una coerente programmazione finanziaria”. Per questo, “il sacrificio del diritto fondamentale tutelato dall’articolo 39 della Costituzione non e’ piu’ tollerabile”.
“Solo ora – scrive la Corte – si e’ palesata appieno la natura strutturale della sospensione della contrattazione e puo’, pertanto, considerarsi verificata la sopravvenuta illegittimita’ costituzionale, che spiega i suoi effetti a seguito della pubblicazione di questa sentenza”. Dunque, “rimossi per il futuro i limiti che si frappongono allo svolgimento delle procedure negoziali riguardanti la parte economica – si legge ancora nella sentenza – sara’ compito del legislatore dare nuovo impulso all’ordinaria dialettica contrattuale, scegliendo i modi e le forme che meglio ne rispecchino la natura, disgiunta da ogni vincolo di risultato.
Il carattere essenzialmente dinamico e procedurale della contrattazione collettiva – conclude la Consulta – non puo’ che essere ridefinito dal legislatore, nel rispetto dei vincoli di spesa, lasciando impregiudicati, per il periodo gia’ trascorso, gli effetti economici derivanti dalla disciplina esaminata”.
“Le motivazioni con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il blocco dei contratti collettivi pubblici ha cancellato una palese ingiustizia nei confronti di milioni di lavoratrici e lavoratori del pubblico impiego e del sindacato”. E’ quanto sottolinea la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan commentando la sentenza depositata oggi dalla Corte Costituzionale sul blocco dei contratti pubblici.
“La Consulta ha evidenziato in maniera efficace la palese violazione delle libertÃß sindacali e della contrattazione, che sono valori sanciti dalla carta Costituzionale. Aver bloccato con una decisione unilaterale i contratti di lavoro per tutti questi anni, oltre ad aver provocato un impoverimento oggettivo per milioni di dipendenti pubblici, ha alterato la dinamica negoziale in un settore che assegna alla contrattazione un ruolo centrale, arrestando di fatto tutti i processi di modernizzazione e di riorganizzazione della pubblica amministrazione, che per la Cisl si possono realizzare solo attraverso la libera contrattazione ed il confronto con il sindacato, sia a livello centrale sia a livello decentrato. In particolare, come ha sottolineato la stessa Consulta, la contrattazione e’ anche lo strumento piu’ efficace per migliorare l’organizzazione del lavoro ed una razionale distribuzione delle risorse, per il controllo della spesa, ridurre gli sprechi e recuperare efficienza e qualita’ dei servizi pubblici. Per questo, dopo la pubblicazione della sentenza, non ci esistono piu’ alibi da parte del Governo e delle istituzioni pubbliche: occorre aprire subito la trattativa per il rinnovo dei contratti pubblici, come si fa in in tutti i paesi civili del mondo dove lo stato datore di lavoro rinnova i contratti con i propri dipendenti attraverso il dialogo con i sindacati, ricercando il massimo consenso sociale sui provvedimenti di riforma”, ha concluso.
“Subito il tavolo contrattuale. Da una prima valutazione delle motivazioni della sentenza della Corte costituzionale, che ha dichiarato illegittimo il blocco dei contratti nella Pa, rivendichiamo l’apertura immediata del tavolo di contrattazione per il rinnovo dei contratti pubblici”. Cosi’ i segretari generali di Fp Cgil (Rossana Dettori), Cisl Fp (Giovanni Faverin), Uil Fpl (Giovanni Torluccio) e Uilpa (Nicola Turco) sulle motivazioni della sentenza dell’Alta corte. “Il blocco di sei anni ‘non e’ piu’ tollerabile’, per usare le stesse parole della Consulta, e rivendichiamo il pieno diritto al contratto, anche e soprattutto per il ruolo che autorevolmente la Corte ci riconosce. Quest’ultima ha infatti scritto nel suo dispositivo che il blocco ‘sistematico’ della contrattazione sconfina in un ‘bilanciamento irragionevole’ tra liberta’ sindacale ed esigenze di controllo della spesa. La Corte, con parole nette e chiare, scrive che ‘il sacrificio del diritto fondamentale tutelato dall’art. 39 Cost non e’ piu’ tollerabile’. Noi lo diciamo da tempo mentre il governo ha irresponsabilmente aspettato che si pronunciasse la Corte. Tutti temi che porremo con forza al centro mercoledi’ 29 luglio in occasione della manifestazione nazionale per il rinnovo dei contratti e per una vera riforma della Pa”, concludono.
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