Statali, ecco il concorso unico

Nel dl Sviluppo svolta centralista per reclutare i dipendenti pubblici. Si pagherà per partecipare

Marcello Serra 20 Ottobre 2011
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Altro che autonomia ed esternalizzazione, due capisaldi dell’apparato amministrativo come è stato declinato nell’ultimo ventennio. In quanto ad assunzioni il governo torna all’antico, al centralismo delle scelte e della gestione. Nella bozza di decreto legge sviluppo che sta circolando in queste ore, c’è anche la riforma del reclutamento dei dipendenti pubblici. Si introduce un concorso unico per assumere tutti i travet a partire dal 2013, per i profili richiesti dalle varie amministrazioni e per i posti che saranno annualmente autorizzati dal ministero del Tesoro. Competente per la selezione, dice il dl, è il dipartimento della Funzione pubblica, oggi guidato dal ministro Renato Brunetta. Obiettivo: rendere più celeri le procedure e risparmiare, ovviamente. Circa un miliardo il risparmio che è stato prospettato negli incontri tecnici al ministero dello sviluppo economico. La stima delle minori spese derivanti dalla centralizzazione è tarata su un target di 10 mila assunzioni annue e tiene conto di quanto ad oggi ogni amministrazione spende per i soggetti esterni a cui si rivolge autonomamente per le selezioni, ma anche per il personale interno che stabilmente lavora alle procedure concorsuali e che potrà essere destinato ad altro incarico. Con la riforma, a partire dal 2013, si prevede una selezione unica per il reclutamento sia dei dirigenti che delle altre figure professionali comuni alle varie amministrazioni. Unica sarà la graduatoria finale da cui gli enti dovranno attingere per arruolare il loro personale. È fatto salvo il corso-concorso della Scuola superiore della pubblica amministrazione. La misura si applica alle le amministrazioni centrali (ministeri ed enti pubblici), scuola inclusa, arrivando così a comprendere un bacino che ad oggi conta oltre un milione e mezzo di lavoratori. Le regioni e gli enti locali potranno aderire su basa volontaria alla ricognizione del fabbisogno che è fatta a monte dalla Funzione pubblica e, in caso di adesione, si obbligano però ad attingere alle relative graduatorie uniche in caso di necessità, ovviamente nel rispetto dei vincoli finanziari in materia di assunzioni che gli si applicano. Tutte le altre amministrazioni per le quali scatta l’obbligo del concorso unico potranno svolgere direttamente le selezioni solo per specifiche professionalità e se preventivamente autorizzate. Il modello adottato insomma è quello già utilizzato in Germania e Spagna. Probabilmente in Italia dal punto di vista organizzativo la competenza potrebbe andare al FormezItalia spa, la società partecipata dal Formez, ente controllato dal dipartimento della funzione pubblica. Formez Italia già lavora, su appalto, per la selezione del personale di varie amministrazioni secondo un modello strutturato di reclutamento. Da ultimo, i dirigenti scolastici del ministero dell’istruzione e gli impiegati del comune di Napoli. Il dl indica che ogni bando potrà prevedere un contributo per il singolo concorrente, a parziale copertura delle spese, non superiore ai 10 euro.

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