Stipendi, agli statali 2mila euro in più dei privati

I dati della Cgia: sebbene abbiano gli stipendi bloccati dal 2011, i dipendenti pubblici guadagnano 34.286 euro, mentre i privati si fermano in media a 32.315 euro. Gli assegni più pesanti negli enti previdenziali, Inps e Inail, dove si superano i 40mila euro

Marcello Serra 23 Giugno 2015
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Il blocco degli stipendi pubblici, sul quale si attende la parola della Consulta che potrebbe generare una nuova mina da 35 miliardi nei conti pubblici (dopo quella sulle pensioni), non ha abbattuto del tutto il ‘vantaggio’ dei dipendenti statali rispetto ai privati. Sebbene abbiano gli stipendi bloccati dal 2011, gli statali guadagnano quasi 2 mila euro all’anno in più rispetto ai dipendenti privati. I calcoli arrivano dall’Ufficio studi della Cgia che ha messo a confronto le retribuzioni medie lorde dei dipendenti pubblici con quelle dei privati. E dallo studio emerge che nel 2014 i primi hanno portato a casa mediamente 34.286 euro, mentre i secondi si sono fermati a 32.315 euro. Negli ultimi venti anni (1995-2014) sia gli stipendi degli uni sia quelli degli altri sono aumentati di quasi il 70 per cento, anche se tra il 1995 e il 2010 l’incremento nel privato è stato del 58,9 per cento, mentre nel pubblico la crescita è stata del 70,8 per cento.

Le retribuzioni medie lorde dei dipendenti pubblici e dei privati

Retribuzioni
medie lorde
(in € per unità di lavoro dipendente)
1995 2014 Var. % 1995-2014 Var. %
1995-2010
Var. %
2010-2014
Industria 18.526 34.329 +85,3 +68,6 +9,9
Costruzioni 15.358 27.359 +78,1 +65,2 +7,8
Servizi (*) 20.456 31.871 +55,8 +51,0 +3,2
SETTORE PRIVATO (**) 19.147 32.315 +68,8 +58,9 +6,2
           
Amministrazioni centrali 20.345 33.003 +62,2 +63,3 -0,7
Amministrazioni locali 19.994 35.651 +78,3 +81,1 -1,5
Enti di previdenza 26.655 44.199 +65,8 +62,3 +2,2
SETTORE PUBBLICO 20.295 34.286 +68,9 +70,8 -1,1

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Istat

(*) Comprende i settori dei servizi orientati al mercato: commercio, servizi di alloggio e ristorazione, servizi di informazione e comunicazione, attività finanziarie e assicurative, attività immobiliari, professionali, scientifiche e tecniche, amministrazione e servizi di supporto a imprese.
(**) Esclusa agricoltura, attività artistiche, di intrattenimento e divertimento, riparazione di beni per la casa e altri servizi.

“Pur avendo contribuito a ridurre la spesa – dichiara il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi – il blocco degli stipendi adottato in questi anni ha penalizzato soprattutto le soglie retributive più basse. Negli ultimi 20 anni, infatti, queste ultime sono cresciute molto meno dei livelli retributivi medio alti, senza che ciò abbia avuto degli effetti positivi  sulla produttività e sull’ efficienza dei dirigenti e degli alti funzionari pubblici”.

Nel pubblico le retribuzioni più ricche sono pagate tra gli enti previdenziali (Inps ed Inail): nel 2014 il dato medio lordo è stato pari a 44.199 euro. Poi si trovano i dipendenti delle Amministrazioni locali (Comuni, Province e Regioni), con 35.651 e gli statali (occupati nelle Amministrazioni centrali) che ricevono mediamente 33.003 euro lordi all’anno. Pur essendo misurati in Ula (Unità di lavoro), nel 2014 il settore privato preso in esame è risultato essere 3 volte più numeroso di quello pubblico. Se nelle aziende a conduzione privata trovano lavoro 9.484.000 occupati, nel pubblico gli “stipendiati” sono 3.334.000: questi ultimi sono in calo del 6,1 per cento rispetto al 1995.

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