Torluccio (Uil-Fpl), basta schiaffi dipendenti pubblici e autonomie locali

5 Settembre 2011
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La riduzione dei costi della politica e la lotta serrata all’evasione fiscale erano i principi cardini sui cui si doveva muovere la maggioranza.

”Non è in discussione l’utilità di una manovra che serva per rimanere in Europa e per ridurre il nostro deficit e debito pubblico, ma bisogna capire quali sono gli interventi messi in campo. In questo caso, la manovra governativa rimane iniqua e fortemente sbilanciata a danno dei dipendenti pubblici.” E’ quanto afferma Giovanni Torluccio, segretario generale della Uil-Fpl.

”Siamo soddisfatti della scelta governativa di ritirare dalla manovra l’ipotesi di escludere il servizio militare e gli anni di laurea riscattati dai 40 anni necessari per l’accesso alla pensione di anzianità senza limiti anagrafici – continua Torluccio – ma non vorremmo che tutta la bufera scatenata da questa notizia serva a coprire ancora una volta le gravi penalizzazioni ad esclusivo carico dei dipendenti pubblici: la tassa di solidarietà ai lavoratori solo per i dipendenti pubblici, il pagamento con due anni di ritardo dell’indennità di buonuscita, il differimento della tredicesima per i dipendenti di quegli enti pubblici che non rispetteranno la riduzione di spesa loro imposta, contratti fermi fino al 2014 ed il blocco del turnover – continua il segretario – basta con gli schiaffi ai dipendenti pubblici. Non ci stiamo più. Già è stato proclamato lo sciopero generale del pubblico impiego, aspetteremo il Comitato centrale della Uil del 16 settembre per definirne la data”.

  ”Non sono queste le misure di contenimento della spesa pubblica che servono al Paese – continua Torluccio – la riduzione dei costi della politica e la lotta serrata all’evasione fiscale erano i principi cardini sui cui si doveva muovere la maggioranza. Anche il taglio iniquo dei trasferimenti a Regioni, Province e Comuni significa togliere risorse alle famiglie, ai lavoratori e ai cittadini, non poter più garantire la maggior parte dei servizi sociali comunali, così come per il mantenimento del patto di stabilità viene a mancare la possibilità di fare seri investimenti per la crescita e lo sviluppo locali. Dovevano essere ridotti i costi dello Stato centrale ma si è preferito privare le autonomie locali di ulteriori risorse pubbliche. Si devono riscrivere le regole. Non siamo più disposti ad accettare tagli lineari. E’ l’ora di valutare l’efficienza dei singoli enti. Sono questi i principi cardine del federalismo”.

”Con questo spirito che mira a riqualificare e riorganizzare i servizi pubblici, a rilanciare la contrattazione nel pubblico impiego, a difendere le retribuzioni e a ad impedire che siano sempre i soliti a pagare, andremo avanti con le nostre mobilitazioni e con tutti i mezzi necessari a tutelare i nostri lavoratori”, conclude il sindacalista.

(FONTE: www.rassegna.it)

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