Trema il pubblico impiego l’esubero non è più tabù migliaia di posti in bilico

LE INCHIETSE DEL SABATO I “rami secchi” L’ultimo caso riguarda l’Aress, ma tante partecipate temono per la loro sorte La crisi non risparmia enti di previdenza, parchi e comunità montane La tendenza Le cure dimagranti non sono una novità: il blocco del turn over è diffuso e 5mila operatori sono già stati espulsi, la metà nel solo sistema sanitario Le nuove vittime della spending review Pure in Comune si parla di tagli nonostante 700 pensionamenti non rimpiazzati

Marcello Serra 24 Novembre 2012
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C’ERA una volta il posto di lavoro nel settore pubblico: fisso, garantito, quasi intoccabile.
Dava la certezza che a fine mese lo stipendio sarebbe arrivato puntuale per l’intera vita lavorativa.
Altri tempi.
Oggi, alla fine del quarto anno della grande crisi economica che ha cambiato il mondo, non è più così.
I tagli ai trasferimenti dallo Stato agli enti locali stanno lentamente producendo il loro effetto anche sul personale e la parola “esuberi” non è più un tabù.
I dipendenti tremano.
E i sindacati abbozzano cifre esorbitanti: «Ci sono diecimila posti di lavoro potenzialmente a rischio in tutto la regione», stima Gianni Esposito, segretario della Fp-Cgil Piemonte.
Il governo Monti ha usato le forbici attraverso la spending review, gli enti locali faticano a far quadrare i conti e gli effetti iniziano a farsi sentire nei “rami” più lontani dell’”albero”.
L’ultimo caso è quello dell’Aress, l’azienda che ha stilato il piano sanitario del Piemonte:è stata sciolta dal Consiglio regionale, che ha votato quasi all’unanimità un emendamento firmato dal Pdl e Pd, e le 70 persone che vi lavoravano hanno perso il posto.
Alcuni torneranno nelle Asl in cui erano distaccati, altri (la maggior parte) erano consulenti che resteranno senza nulla.
Però la Regione risparmierà quasi cinque milioni.
Ma le società partecipate che temono una triste sorte sono tante.
L’Ipla, l’Istituto per le piante da legno e l’ambiente, è in una situazione solo un po’ meno drammatica.
La Regione l’ha ricapitalizzata in extremis e ora proverà a venderla.
Risultato: 52 posti di lavoro in bilico.
Più complicato il discorso per il Csi Piemonte, il consorzio con più di mille dipendenti che si occupa di gestire l’informatica degli enti locali piemontesi.
Forse verrà smembrato e venduto, forse no.
Per ora, l’unico fatto che appare più certo è che gli enti locali che lo compongono nel 2013 daranno al consorzio lavori per 120 milioni e non più per 150.
Difficile evitare la cassa integrazione, o gli esuberi.
Ma la crisi dei conti pubblici non risparmia neppure gli enti di previdenza.
Il governo Monti ha messo insieme Inps, Inpdap (che si occupa delle pensioni dei dipendenti pubblici) e Enpals (musica e spettacolo) e anche in questo caso si parla di personale in eccesso.
Stime ufficiali non ne esistono, ma le voci parlano di 400 posti a rischio.
Non solo, vacillano pure i parchi e le comunità montane, che a gennaio dovranno essere riorganizzate: lunedì mattina i loro dipendenti saranno in piazza perché, denunciano Cgil-Fp, Cisl-Fp e Uil-Fpl, «la Regione deve occuparsi dei servizi ai cittadinie dei salari.
A non pagare gli stipendi a novembre saranno almeno cinque comunità (Alto Tanaro, Cebanomonregalese, Valli Grane e Maira, Valle Susa, Valle stura) e due enti parco (Alpi Cozie e La Mandria).
Ma molte altre realtà avranno difficoltà a pagare la mensilità di dicembre e le tredicesime».
Sui “rami” si traballa, ma la paura si insinua pure vicino al “tronco”.
Martedì il Consiglio regionale inizieràa discutere la versione piemontese della spending review.
Finora se n’è parlato soltanto in commissione, dove però è passato all’unanimità un emendamento che, tra le altre cose, propone una sorta di agenzia che creerà un elenco del personale in esubero e cercherà di ricollocarlo.
Gianni Esposito della Fp-Cgil spera che «la proposta venga respinta, perché darebbe corso al licenziamento di lavoratori che difficilmente potrebbero trovare un nuovo posto».
In più, ricorda Esposito, «abbiamo il problema dei circa 200 precari dell’ente, che rischiano di non essere confermati».
Anche in Comunea Torino hanno iniziato a circolare voci di esubero tra i dipendenti.
Ma Aldo Ferrero della Uil-Fpl frena: «Si parla di rispettare un rapporto tra dipendenti comunali e popolazione che però da noi è congruo, tanto più se si considera che esistono 1.300 persone che lavorano nelle scuole materne e che andrebbero dunque escluse dal conteggio.
Senza contare che con il blocco delle assunzioni siamo scesi a poco più di 10 mila dipendenti, dopo i 700 pensionamenti degli ultimi due anni che non sono stati rimpiazzati».
Gli enti provinciali sono quelli che più hanno patito i tagli della spending review.
Anche se, precisa l’assessore al Bilancio della Provincia di Torino, Marco D’Acri, «più che di tagli occorre parlare di prelievo di imposte locali, perché i trasferimenti dallo Stato si sono interrotti già da due anni».
L’esponente della giunta Saitta esclude però il ricorso agli esuberi, almeno nell’immediato: «Per quest’anno siamo riusciti ad assorbire il colpo, ma nel 2013 il prelievo forzoso raddoppierà e dovremmo accelerare il nostro percorso di razionalizzazione, prestando però sempre attenzione ai temi occupazionali».
In fondo, in Piemonte le cure dimagranti non sono una novità.
Da qualche anno, infatti, il cosiddetto blocco del turn over (cioè delle assunzioni che compensano i pensionamenti) è assai diffuso.
I dati del conto annuale della Ragioneria dello Stato si fermano al 2010, ma mostrano come nei tre anni precedenti siano andati in fumo oltre 5 mila posti di lavoro nel pubblico.
Di questi, 2.500 riguardano il solo reparto del sistema sanitario, che in Piemonte costituisce un altro tasto dolente per i suoi conti in rosso.
«Da un po’ ribadiamo che andando avanti così avremo problemi sul personale medico, anche perché le università sono a numero chiuso», spiega la segretaria regionale della Cisl, Giovanna Ventura.
La leader della Cisl però non vuole sentir parlare di esuberi, né in sanità né altrove: «Li escludo e penso che sia impossibile ipotizzare qualsiasi cifra.
Perché una cosa dev’essere chiara: se si riduce il personale si riducono anche i servizi ai cittadini.
E noi non possiamo permetterci di diminuirli ancora».

I sindacati

LA CISL Giovanna Ventura: “riducendo il personale si riducono i servizi” LA CGIL Gianni Esposito: “In regione 10 mila lavoratori a rischio” SUL SITO Le inchieste del Sabato si trovano su torino.repubbl ica.it Enti di ricerca Ministeri Agenzie iscali Scuola Università Vigili del fuoco Corpi di polizia Servizio sanitario nazionale Enti pubblici non economici Totale di cui donne Regione e autonomie locali Afam (Alta formazione artistica musicale) Il Piemonte e il lavoro pubblico Anno 2010 Forze armate Carriera prefettizia Magistratura Carriera penitenziaria Enti Locali /Altri Enti Enti Statali Ministeri Sanità Università TOTALE 2008 175 95 42 606 134 1.052 I posti pubblici messi a concorso 2009 276 3 158 1.093 219 1.749 2010 197 63 13 841 96 1.210

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