Una spending review da 21 miliardi

Costi dello Stato. Attesi 5 miliardi nel 2012 e 16 nel 2013 da pubblico impiego, sanità, consulenze, auto blu, Province

Marcello Serra 28 Giugno 2012
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Il Governo mette nero su bianco gli obiettivi da conseguire con la spending review: «Almeno 5 miliardi entro il 2012 e circa 16 miliardi nel 2013». E lo fa nella relazione illustrativa al decreto sulle dismissioni che è stato pubblicato ieri in Gazzetta. Ma l’accorpamento delle Agenzie fiscali e la riduzione del personale di Mef e Palazzo Chigi, contenuto al suo interno, rappresenta solo il primo step. Gli interventi più corposi arriveranno lunedì con un nuovo decreto. Il varo del Dl è atteso nel pomeriggio dopo gli incontri che il premier ha già fissato, alle 9, con le parti sociali e, alle 11, con i governatori e gli enti locali. A meno che un’improvvisa accelerazione non porti Mario Monti ad anticipare l’approvazione del provvedimento a domenica sera quando dovrebbe tenersi un vertice informale tra i ministri per fare il punto sull’esito del Consiglio Ue e sulle decisioni da assumere l’indomani. All’interno del Dl dovrebbero trovare posto le misure anticipate ieri su questo giornale. A partire dal pacchetto sul pubblico impiego con una stretta sul personale comandato presso altre amministrazioni, il contenimento dei costi sui buoni pasto (per tutti a 7 euro o riduzione di 2 euro) che sta provocando molte proteste tra gli statali, il giro di vite sulle consulenze e una nuova riduzione del 20% delle auto blu. Nelle prossime ore dovrebbe anche essere sciolto il nodo sui tagli alle piante organiche e sulla gestione degli esuberi. La riduzione degli organici dovrebbe essere del 20% per i dirigenti e del 5-10% per gli altri dipendenti, interessando così 20-30mila. A uscire sarebbero gli statali che ante riforma Fornero avevano raggiunto a fine 2011 i requisiti per il pensionamento. Per gli altri scatterebbe la mobilità per due anni (con successivo licenziamento. Altro pilastro del decreto dovrebbe essere il piano Bondi sugli acquisti di beni e servizi, in particolare su quelli della sanità. Pressoché certo appare il ricorso a costi e fabbisogni standard, così come la centralizzazione della gestione delle forniture per tutte le Asl. Questi interventi verranno rafforzati da una parte del pacchetto-Balduzzi (su cui si veda altro articolo a pagina 31). A completare le misure messe a punto del Governo dovrebbe intervire il preannunciato taglio delle Province (42 su 107) che manterrebbero però le funzioni su territorio, ambiente, viabilità. In abbinata ci sarebbero l’avvio delle 10 Città metropolitane e il taglio di agenzie ed enti regionali. Ma l’Upi teme che su tutto questo pacchetto di disposizioni pesino i «veti delle Regioni» denunciati ieri dal presidente Giuseppe Castiglione al termine dell’assemblea nazionale. Nel corso della quale sono stati presentati i dati sui bilanci 2011 delle Province: la spesa totale è stata di 11,8 miliardi di cui 8,4 di parte corrente (-6,4% sul 2008) e 2,4 in conto capitale (-31%). Intanto la capigruppo alla Camera ha fissato il calendario per l’esame dei decreti legge. La prossima settimana (dal 2 al 6 luglio) l’Aula licenzierà il decreto sulla “spending review 1” (quello che assegna i poteri a Bondi) così da poterlo rinviare al Senato per la definitiva conversione in legge prima della scadenza del 7 luglio. Mentre il decreto in arrivo (“spending review 2”), dovrà approdare all’esame dell’Aula della Camera il 2 agosto prossimo. Il Dl che sarà licenziato lunedì, infatti, partirà dal Senato dove potrebbe imbarcare anche il decreto legge sulle dismissioni con l’anticipo di spending sull’amministrazione finanziaria.

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